Che cosa potrebbe rappresentare quell’Italia semplice ma pragmatica, tanto onesta quanto orgogliosa, meglio di una Fiat Panda? Niente. Da oltre quarant’anni difficilmente si può trovare lungo lo Stivale, un emblema più intriso di queste nobili qualità quanto la piccola di casa Fiat. In fondo, alla Panda è servito poco tempo, da quel 29 febbraio del 1980, quando è stata svelata al cospetto dell’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per diventare un’icona trasversale con la dirompenza di un turbine. Nata in fretta e in furia, in uno scenario ostile circondato da turbolenze sindacali da non dormirci la notte, la stella della Fiat Panda risplende grazie al tocco di Giorgetto Giugiaro, abilissimo a modellare una manciata di lamiere per trasformarle in una scatola magica a quattro ruote. La prima versione della Panda è squadrata, semplice e un po’ rustica, ma gli italiani si innamorano di lei alla velocità di un battito di ciglia, perché ha l’aria simpatica, ma specialmente perché è coraggiosa e pronta a tutto, anche ai lavori più umili. Grazie a un prezzo da competizione, la “superutilitaria” entra nelle case degli italiani, scardinando i loro cuori, senza più andarsene.
Il tempo scorre e anche la Panda si aggiorna, diventa persino 4×4, entrando in competizione con tanti fuoristrada più quotati, facendosi trovare in luoghi impensabili e irraggiungibili per qualunque altra automobile. Il “Pandino” accompagna gli italiani restando praticamente immutato fino al nuovo millennio, quando sembra arrivato il momento di ritirarsi dalla scena con onore. La società è cambiata e anche la sicurezza a bordo di un’auto non può contare più soltanto su un santino da appiccicare al cruscotto. La Fiat ha pronta nel cassetto la “Gingo”, nuovo modello designato a raccogliere l’eredità della Panda, ma per una controversia con Renault, che produce la Twingo, a Torino sono costretti alla virata repentina che riporta in auge il vecchio nome. Siamo nel 2003 e il destino della Panda, all’apparenza indirizzato a un vicolo cieco, si riavvita per scrivere nuovi capitoli. La nuova versione più arrotondata nelle forme e ricca nelle dotazioni, convince e diventa campione di vendite. Quando nel 2006 gli Azzurri di Lippi trionfano sotto al cielo di Berlino, le strade d’Italia vengono invase da migliaia di Panda vestite a festa, come accadeva con le 500 ai tempi del “Mundial” di Bearzot. È la consacrazione a fenomeno popolare.
Oggi, la Panda è alla sua terza generazione e continua a essere la più amata dagli italiani, che sembrano non stancarsi di lei, grazie a circa 100.000 immatricolazioni da gennaio a ora. Il filtro d’amore della scatola magica non è ancora svanito.