I capelli corti a caschetto, il look androgino e quell’ostentata retorica sulle diversità hanno catapultato Miss Francia tra le polemiche. Eve Gilles, la nuova reginetta d’oltralpe eletta sabato scorso a Dijon, invece di unire e rappresentare i transalpini, li ha divisi. Molti di essi hanno infatti contestato la sua incoronazione, accusando la giuria di aver optato per la candidata che più rispecchiava i canoni del politicamente corretto. Eve, infatti, era arrivata terza nelle preferenze del pubblico ma a consentirle di scalzare le sfidanti erano stati proprio i giurati con il loro parere. Così la miss dal look “mascolino” ha conquistato il gradino più alto del podio.
Il sospetto che quella sua vittoria strizzasse l’occhio all’ideologia woke era sorto già dopo le prime dichiarazioni della neo-reginetta di Francia. “Nessuno dovrebbe dirvi chi siete. Vorrei dimostrare che la competizione si sta evolvendo e anche la società, che la rappresentazione delle donne è diversa. Secondo me il valore della bellezza non si riduce al taglio di capelli o alle forme che abbiamo. La corona si regge molto bene anche sui miei capelli corti“, aveva dichiarato la 20enne, studentessa di Matematica e Informatica applicate alle Scienze umane e sociali. Un messaggio di autodeteminazione accompagnato a quel suo aspetto da alcuni ritenuto poco femminile.
“Sperimentiamo il body shaming quotidianamente, non importa. Tutti abbiamo le nostre imperfezioni. Ogni donna è diversa, siamo tutte uniche“, aveva aggiunto la ragazza durante la conferenza stampa successiva alla sua vittoria. Intanto sui social già iniziavano i commenti critici riferiti alla sua elezione. “Capelli corti, nessuna curva, e discorso da vittima. Ancora una volta Miss Francia promuove tutto ciò che è fondamentalmente contrario alla bellezza femminile“, si legge in uno dei tanti commenti. Altri hanno invece storto il naso per la “mancanza di forme” e la “eccessiva magrezza” della vincitrice. E la questione ha addirittura assunto risvolti politici. In difesa di Eve Gilles, infatti, si sono schierate le deputate verdi Sandrinne Rousseau e Karima Delli, oltre al segretario nazionale del partito comunista Fabien Roussel. “Sostegno a Ève Gilles, eletta Miss Francia, che già soffre la violenza di una società che non accetta che le donne si definiscano in tutta la loro diversità“, ha detto quest’ultimo.
Al netto delle polemiche sulla soggettività dei pareri estetici, appare evidente come negli ultimi tempi anche i concorsi di bellezza siano stati trasformati in occasione per lanciare messaggi politici o quantomeno ideologici. Aveva fatto discutere, ad esempio, la decisione degli organizzatori di Miss Universo di includere in gara anche candidate trans e curvy proprio per veicolare messaggi di inclusione e body positivity.