Elon Musk entra col bambino a cavalcioni sulle spalle. E ad Atreju scatta subito l’applauso. Il piccolo, uno dei suoi 11 figli, si aggrappa alla gamba del papà imprenditore. L’immagine piace. Come quando per la prima volta si è vista una deputata alla Camera allattare il figlio, ecco uno degli uomini più ricchi del mondo sul palco anzitutto come genitore, senza nascondersi né scansare il contatto. Avete capito, dice il vicedirettore del Giornale Nicola Porro, che Elon ha portato un messaggio molto chiaro.
Non è infatti uno slogan, quel suo grido: «New generation!». Nell’evento più seguito del terzo giorno di festa di Fratelli d’Italia a Roma, quella di Musk è anzitutto una forma di testimonianza; pur condita da quelle contraddizioni che compongono la sua controversa personalità e azione. «Se le persone non hanno figli non esisterà una nuova generazione – sostiene – ogni incentivo è fondamentale». Lui 6 dei suoi li ha avuti grazie alla gestazione per altri, ma si sorvola. Ad Atreju è il messaggio che conta; la prospettiva in cui si inquadra, Musk. La sua visione.
Dal social “X”, il deputato Pd Alessandro Zan coglie la palla al balzo per provocare i politici di FdI, definiti «ipocriti e codardi» perché l’utero in affitto è per loro un tabù. Ma la festa va avanti. E se il tendone è pieno, c’è altrettanta gente fuori, col vento, per Mr. Tesla, arrivato a bordo di una vettura elettrica del suo marchio. Dall’alba c’era la coda per vederlo. Di natalità, Musk ha parlato ieri anche in un lungo colloquio privato con la premier Meloni, con cui ha affrontato pure i temi dell’intelligenza artificiale («un’arma a doppio taglio, necessario regolamentarla, può fare qualsiasi cosa ma non ha coscienza», spiega) e di Starlink, il progetto fondato dal miliardario che potrebbe dar risposte alla fame di rete di alcune aree rurali. La sua azienda spaziale, SpaceX, prevede di popolare l’orbita bassa terrestre con 12 mila satelliti che porterebbero Internet ovunque.
Il nodo demografico, per Musk, è collegato alle politiche migratorie. E ad ascoltarlo in platea accanto a Meloni ci sono pure il premier albanese Rama e il N.1 della destra spagnola Abascal, leader di Vox. «Senza filtri come sai chi entra? – tuona Musk, sfruculiato da Porro sull’ipotesi di sbarchi più massicci dall’Africa come ricetta alternativa alle nascite fatta da alcuni dem – L’immigrazione non può risolvere il calo demografico dei Paesi industrializzati, senza figli il rischio è che cancelli le identità culturali, non vogliamo che il Giappone scompaia, né la cultura italiana o francese». E sulla sfida che Meloni porta avanti da Palazzo Chigi, di far investire le sue aziende nel Belpaese? «L’Italia è un buon posto dove investire – ammette – italiani straordinari, ma ci saranno abbastanza persone che lavoreranno? Fate più figli». Ad Atreju c’è pure un elettore di Schlein: «Per Elon, questo e altro». Ultime stoccate: contro la Disney affetta dal «malvagio virus mentale del wokismo» («Vi prego, non importatelo dagli Usa», dice sulla forma più estrema e recente di politically correct) e contro gli eccessi green: «Sui cambiamenti climatici si esagera – taglia corto – sono ambientalista ma non penso che dovremmo demonizzare petrolio e gas nel medio termine». Poi gita al Pantheon, a Galleria Borghese e alla chiesa San Luigi dei francesi.