Monaco, sindaco arrestato. Scandalo corruzione nel paradiso dei miliardari

Monaco, sindaco arrestato. Scandalo corruzione nel paradiso dei miliardari

Anche il sindaco di Monaco, nel suo piccolo, si fa corrompere. O almeno è accusato di. È in carcere da giovedì Georges Marsan, 66 anni, primo cittadino del comune monegasco, e per due giorni si ignoravano i motivi dell’arresto. Ieri un comunicato del procuratore generale del principato ha spiegato tutto. Contro Marsan e contro altre quattro persone – tra le quali Georges Gambarini, 36 anni, dallo scorso maggio assessore ai servizi digitali, pubblicità e affissioni, nonché funzionario allo sviluppo della «smart city» di Montecarlo – è stata aperta un’inchiesta. I capi d’accusa riguardano la corruzione attiva e passiva e il traffico di interessi. Gli indagati, che hanno subito anche delle perquisizioni, sono comparsi davanti ai giudici istruttori che li hanno incolpati e posti sotto controllo giudiziario. «Allo stato attuale non è possibile divulgare maggiori informazioni sulle indagini in corso, coperte da segreto istruttorio», si legge in una nota dal procuratore. In seguito all’arresto Marsan è stato sospeso dalle sue funzioni e l’interim è stato assegnato alla consigliera Camille Svara, delegata alle funzioni di sindaco.

L’arresto di Marsan ha colto tutti di sorpresa. I giornali locali fanno illazioni sul fattaccio e ipotizzano possa trattarsi della recente riassegnazione degli spazi del mercato rionale della Condamine, ai piedi della Rocca sulla quale sorge la residenza-castello dei Grimaldi. Marsan, farmacista di professione, è sindaco di Monaco ininterrottamente dal 2003, quando fu eletto nella lista Evolution Communale, dominatrice incontrastata della scena politica locale: nelle ultime elezioni amministrative del 2009 ha ottenuto addirittura il 100 per cento dei voti (exploit agevolato dal fatto di essere l’unica lista in corsa) e dal 1995 monopolizza i 15 seggi del consiglio comunale, senza lasciar spazio ad alcun tipo di opposizione. Il ruolo di sindaco di Monaco è differente da quello di qualsiasi altra città del mondo. Combaciando perfettamente i territori del principato e quello del comune, ogni decisione presa dal primo cittadino va discussa e negoziata con il governo centrale e l’autonomia è decisamente limitata, anche se da vent’anni proprio Marsan cerca di dare valore al proprio ruolo esibendo i piccoli successi ottenuti. «Ma tanto qui decide tutto il principe Alberto II», dicono i residenti.

Il comune di Monaco copre l’intero territorio del principato omonimo, il secondo stato più piccolo del mondo con i suoi due chilometri quadrati, da cui ha però distinta personalità giuridica. Comprende i quartieri storici di Monte-Carlo, il più noto e con il quale viene spesso confuso, La Condamine, Monaco Vecchia e Fontevieille, e conta circa 38mila residenti, dei quali solo poco più di 8mila sono «autoctoni», e circa 50mila lavoratori frontalieri, tra i quali 4,700 italiani). Noto per il casinò, il gran premio di formula uno, il sistema fiscale di fatto inesistente, i grandi alberghi, il principato di Monaco è lo stato sovrano al mondo con il più altro reddito pro capite, oltre 234mila dollari nel 2021. Il secondo, Liechtenstein, nel 2018 ne raggiungeva 157mila, l’Italia, per dire, è a circa 35mila.

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