“Gli influencer non sono un modello”. La stoccata di Meloni a Ferragni e l’orgoglio italiano

"Gli influencer non sono un modello". La stoccata di Meloni a Ferragni e l’orgoglio italiano

Dal palco di Atreju, Giorgia Meloni ha difeso l’orgoglio italiano del Made in Italy prendendo spunto dall’attualità più stretta che in questi giorni sta affrontando il tema delle beneficenza in merito al pandoro sponsorizzato da Chiara Ferragni per Balocco. “Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari“, ha detto il presidente del Consiglio.

Chiara Ferragni non è mai stata nominata nel discorso di Meloni ma tutti gli elementi portano a lei. Il fatto di menzionare l’influencer ad Atreju, nonostante le critiche che in queste ore piovono addosso al presidente del Consiglio, avendo un pubblico piuttosto giovane a cui riferirsi, è comprensibile che Meloni abbia preso come esempio un tema così vicino alle generazioni più giovani. Ed è forse questo a dar fastidio a quanti, in queste ore, stanno accusando il premier di populismo. La strategia di comunicazione di Meloni, a differenza di quella di Ferragni per la promozione del pandoro, è stata però p0iutosto chiara, perché il premier ha sfruttato quel tema per “poggiare” il vero nucleo del suo discorso, che è la difesa dell’eccellenza manifatturiera italiana, uno dei capisaldi dell’economia del Paese, pregio all’estero per l’Italia, che il governo guidato da Meloni cerca di rilanciare.

Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce, e tiene testa a tutti nel mercato globale solo perché noi siamo più bravi, lo sappiamo fare meglio“, ha detto il premier. E il significato di queste parole è molto chiaro: se gli influencer possono effettuare le pubblicazioni sponsorizzate a pagamento, guadagnandoci, è perché qualcuno prima di loro lo ha inventato e prodotto. Bisogna tornare a quei modelli, capaci di sostenere economicamente l’Italia: il nostro Paese sta perdendo la sua rinomata capacità artigianale perché i giovani non sono più interessai a un certo tipo di lavoro. Il “modello influencer” dal guadagno facile non può essere sostenibile sul lungo periodo per l’economia italiana. Ed è a questo che ha voluto dire Meloni, nonostante gli attacchi.

L’attacco della Schlein: “Comizio come in Ungheria”

“Al peggio non c’è mai fine – ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein -. Oggi la presidente del Consiglio ha fatto un comizio di 70 minuti – mandato integralmente in diretta da Rainews – in cui ha attaccato duramente l’opposizione definita anti-italiana, i media livorosi, i sindacati che fan la morale sui salari, gli influencer e pure gli intellettuali (vergognoso il passaggio su Saviano, reso bersaglio dalle destre come se non bastasse vivere sotto scorta per le minacce delle mafie)”. Poi la segretaria dem ha aggiunto: “Ha alzato la voce per aizzare la platea contro i migranti che salgono sui barconi e non ha trovato nemmeno una parola per le 61 persone morte annegate nel naufragio di ieri, che nessuno tra i quattro paesi avvertiti da Frontex (compresa l’Italia) è intervenuto per soccorrere, mentre la nave Ocean Viking stava facendo rotta su Livorno per le folli e inumane decisioni del governo Meloni, che mirano a rendere più arduo salvare vite in mare. Se pensate che tutto questo sia normale per chi è a capo del Governo, non lo è. Forse in Ungheria, non certo in una vera democrazia”.

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