Condannato. Il cardinale Angelo Becciu, accusato di peculato, abuso d’ufficio e subornazione (indurre a falsa testimonianza), è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, al pagamento di 8mila euro di multa e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici. Oltre quattro ore di Camera di consiglio e 23 minuti per la lettura della sentenza: si è concluso così il processo 86 le udienze che ha definito il giudizio di primo grado del processo a carico di 10 imputati e quattro società sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo di Londra e ai fondi della Santa Sede.
Sono stati tutti condannati (37 anni e un mese il totale delle condanne), tranne mons. Mauro Carlino, assolto da tutti i reati a lui contestati, in quello che è stato già definito il processo «del secolo» in Vaticano. Per la prima volta un cardinale viene condannato in primo grado da un tribunale vaticano.
L’imputato più illustre, Becciu, deve rispondere di due reati di peculato: il primo per l’uso illecito, della somma di 200 milioni e 500mila dollari per la sottoscrizione di quote di Athena Capital Commodities e la seconda per aver disposto su un conto intestato alla Caritas Diocesi di Ozieri il versamento di 125mila euro destinati alla cooperativa Spes, il cui presidente era il fratello del cardinale. Becciu è stato condannato anche per truffa aggravata, «per il versamento di 570mila euro a favore di Cecilia Marogna, con la motivazione, non corrispondente al vero, che il denaro doveva essere utilizzato per la liberazione di una suora vittima di sequestro in Africa».
Sono le 16.07 quando il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, legge la sentenza. Nella sala stampa della Santa Sede si apre il collegamento video con la Sala polifunzionale dei Musei Vaticani. Il cardinale Angelo Becciu non è in Aula. Un lungo elenco di capi di imputazione, quelli per i 10 imputati e le quattro società coinvolte. Bruhlart e Di Ruzza vengono condannati alla pena di 1.750 euro; Crasso 7 anni di reclusione; Mincione 5 anni e sei mesi; Becciu 5 anni e sei mesi; Tirabassi 7 anni e sei mesi; Squillace alla pena sospesa di un anno e 10 mesi; Torzi 6 anni; Marogna 3 anni e 9 mesi. Becciu era accusato di peculato, abuso d’ufficio e subornazione di testimone. Nei suoi confronti il promotore di giustizia aveva chiesto la condanna a 7 anni e tre mesi di reclusione.
«Rispettiamo la sentenza ma certamente faremo appello», ha commentato l’avvocato di Becciu, Fabio Viglione, ribadendo l’innocenza del porporato.
«Nonostante la pronuncia ci amareggi profondamente prosegue il legale – abbiamo una solida certezza: il cardinale Becciu, fedele servitore del Papa e della Chiesa, ha sempre agito nell’interesse della Segreteria di Stato e non ha avuto per sé e per i suoi familiari alcun vantaggio». «Sono soddisfatto per il lavoro lungo e meticoloso che è stato fatto, nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi anni. Adesso sono sereno, dormo tranquillo», ha commentato Diddi.
Soddisfazione è stata espressa anche dai legali della Segreteria di Stato, parte civile nel processo. «È stato garantito lo svolgimento di un equo e giusto processo».