Gli ultimi movimenti dei sottomarini russi hanno creato non poca apprensione tra le fila dei membri della Nato. I riflettori sono puntati in primis sul sottomarino di classe Kilo “Ufa” (SSG-490), appena entrato nel Mar Mediterraneo dallo Stretto di Gibilterra e scortato dal rimorchiatore della Marina russa Sergej Balk. Ben più a nord, l’Irlanda è stata informato del fatto che la Russia potrebbe schierare sottomarini a propulsione nucleare, navi da guerra e flottiglie mercantili al largo della costa meridionale del Paese per testare le difese dell’Alleanza atlantica. Nel frattempo, Vladimir Putin ha inaugurato questa settimana due nuovi sottomarini a propulsione nucleare, promettendo di rafforzare la “potenza militare-navale” di Mosca.
Cosa succede nel Mediterraneo
Impossibile non partire dalla notizia riguardante il Mar Mediterraneo. Secondo quanto riportato dal sito Itamilradar, il rimorchiatore Sergei Balk ha accompagnato il sottomarino Kilo nel bacino mediterraneo passando attraverso lo Stretto di Gibilterra. Un sottomarino, tra l’altro, dotato di missili da crociera Kalibr. Per la cronaca, non si erano più registrati sottomarini russi nell’area dallo scorso 14 ottobre, da quando la Krasnodar aveva transitato lungo il medesimo Stretto ma nella direzione opposta.
Adesso la situazione è cambiata. La coppia di mezzi russi è stata monitorata durante il suo percorso da unità navali della Nato, nello specifico da un’unità portoghese che si è occupata di seguire le potenziali minacce non appena le unità russe sono entrate nella ZEE portoghese.
Ma che cosa ci fa un sottomarino russo nel Mediterraneo? Non è chiaro se il jolly del Cremlino resterà nei paraggi, visto che dovrebbe essere assegnato alla Flotta del Pacifico. Due, quindi, le ipotesi più probabili. La prima: potrebbe trattarsi di un semplice transito del Kilo verso l’Oceano Indiano mediante Gibilterra e il Canale di Suez. La seconda: il Kilo potrebbe fermarsi per un certo periodo a Tartus, nella base militare russa in Siria.
I sottomarini di Putin
Sui media britannici, intanto, un importante esperto navale ha affermato che i sottomarini russi in agguato al largo delle coste irlandesi segnalano che il Cremlino si starebbe preparando per un possibile conflitto sottomarino con l’Occidente. Chris Parry, un contrammiraglio che ha prestato servizio presso la Nato e la Royal Navy britannica, è stato chiarissimo. “Tutto questo fa parte della preparazione alla guerra. L’Irlanda è sempre stata un fianco aperto per il Regno Unito. È un’area in cui i russi possono nascondersi e fare lo stesso genere di cose che stanno facendo all’Ucraina. Stanno anche cercando sottomarini britannici”, ha dichiarato secondo quanto riferito dal quotidiano The Times.
Ricordiamo che a queste latitudini troviamo il Mare Celtico, che ha un’importanza geopolitica significativa per l’Europa poiché si trova tra l’Oceano Atlantico e il continente europeo. Si tratta, insomma, di un luogo strategico per il commercio, la sicurezza, le comunicazioni, nonché per il mantenimento dell’influenza regionale della Nato. Anche i cavi in fibra ottica che collegano l’Europa al Nord America attraversano lo stesso mare.
Intanto, tra le temperature gelide della città settentrionale di Severodvinsk, in Russia, Putin ha esaltato le virtù della marina russa durante una cerimonia tenuta per inaugurare due nuovi sottomarini a propulsione nucleare. I mezzi in questione, chiamati Krasnoyarsk e Imperatore Alessandro III, rappresentano l’apice della potenza marittima russa, ciascuno con uno scopo specifico. Il Krasnoyarsk appartiene alla classe di sottomarini d’attacco Yasen-M in grado di lanciare sia missili da crociera che missili ipersonici (che viaggiano a velocità superiori a Mach-5, ovvero 6.125 km/h). Il suo scopo principale è quello di colpire bersagli a terra o dare la caccia ad altri sottomarini in mare. L’Imperatore Alessandro III è invece un sottomarino d’élite di classe Borei-A in grado di lanciare missili nucleari.