Wish, Disney celebra i 100 anni con una favola piena di magia

Wish, Disney celebra i 100 anni con una favola piena di magia

Ogni anno Disney propone al pubblico un lungometraggio con il quale attraversare il periodo delle festività natalizie. Non sorprende, dunque, che anche nel 2023 le sale cinematografiche si preparino ad accogliere il nuovo film della casa di produzione di Mickey Mouse. Wish arriva al cinema il 21 dicembre, ma il film diretto da Chris Buck e Fawn Veerasunthorn non è “solo” un film di Natale. Soprattutto è il film che Disney ha scelto per celebrare i propri cento anni di attività: un anniversario che era già stato celebrato su Disney+ con il cortometraggio Once Upon a Studio, ma che con Wish raggiunge vette inaspettate e piene dei cosiddetti easter egg, che si allungano fino ai titoli di coda, per i quali vige il consiglio di rimanere in sala fino alla loro conclusione, per non correre il rischio di perdere una scena extra.

Wish, se puoi sognarlo puoi farlo

Asha è una ragazza entusiasta, che vive nel reame di Rosas, che sorge su un’isola nel cuore del Mediterraneo. Il regno è guidato da re Magnifico, un mago che protegge i desideri dei suoi sudditi e li tiene al sicuro. Nel giorno del centesimo compleanno del nonno, Asha affronta un colloquio per diventare assistente personale del sovrano, ma la ragazza scopre ben presto che la realtà non è quella che appare a un primo sguardo e Magnifico non è così magnanimo e gentile come lei aveva sempre pensato. Delusa dal suo sovrano e in preda ai sensi di colpa per non essere riuscita ad essere d’aiuto alla sua famiglia, Asha rivolge una preghiera e una speranza alle stelle. Con sua massima sorpresa, però, una stella risponde alla sua chiamata. Star si allontana dalla volta celeste a cui appartiene e decide di aiutare Asha e i suoi amici ad appropriarsi dei desideri che re Magnifico tiene in ostaggio nel suo castello, soprattutto ora che il sovrano si è arreso alla tentazione della stregoneria e della magia oscura. Con l’aiuto dei suoi migliori amici e della capra parlante Valentino (doppiato, in italiano, da Amadeus), Asha affronterà le sue paure e, inseguendo i suoi sogni e i suoi desideri, cercherà di salvare tutto il regno.

Dopo Biancaneve e i sette anni nel 1937, al cinema arrivò Pinocchio. L’anno era il 1940 e le dolci noti che accompagnavano la preghiera di Geppetto alla stella dei desideri, dal titolo Wish Upon a Star, finì col diventare la colonna sonora portante della Walt Disney Pictures. E quella stessa stella sembra oggi quella protagonista di Wish, creando un racconto senza stacchi, che ha continuato a raccontare la stessa storia, sebbene con personaggi e toni via via sempre più diversi. L’industria nata dalla fantasia e dal talento di Walt Disney ha sempre inseguito il mondo dell’immaginazione e dei sogni, ha sempre voluto insegnare ai propri spettatori l’importanza di credere nei propri sogni per farli diventare realtà: non a caso il motto della casa di produzione è sempre stato: “If you can dream it, you can do it”. Se puoi sognarlo, puoi farlo. Ed ecco allora Cenerentola che canta “tu sogna e spera fermamente”, o i teneri Lilly e Biagio che si innamorano sulle note di “è dolce sognar” fino alla più recente Rapunzel che ammette “oggi io ho il mio nuovo sogno”.

Non esiste racconto, nella produzione della Disney, che non voglia spingere i propri, spesso giovani, spettatori ad avere fiducia nei propri sogni e nelle proprie ambizioni. E questo è forse il marchio distintivo della casa di produzione: non solo quello di aver voluto dipingere delle fiabe coi colori della settima arte, ma anche quello di aver creato una diegesi in cui c’è sempre la possibilità di realizzarsi, di dar voce a quei sogni inespressi che spesso la vita e la realtà si divertono a fare a pezzi. Per questo Wish rappresenta un film che funziona soprattutto per quegli spettatori che sono già cresciuti vedendo i grandi classici: perché in questo lungometraggio vedranno riassunti tutti i temi, i personaggi e i sogni che hanno amato nel corso degli anni. Una sensazione che viene acutizzata dai tantissimi rimandi alla produzione disneyana, da Peter Pan a La bella addormentata nel bosco, da La Sirenetta fino a Frozen.

Una familiarità mai banale

Un mondo di rimandi che conduce direttamente al secondo punto forte del film: ha una sua familiarità. Il che non vuol dire affatto che sia banale. Wish segue senza dubbio gli archetipi della fiaba, per cui non è mai difficile intuire come evolveranno le cose. Eppure il film è pieno di sorprese narrative e svolte melodiche, che avvolgono chi è seduto in poltrona e lo trascinano fuori dalla realtà, in una dimensione Altra fatta di cieli stellati e personaggi che combattono per ciò che reputano giusto. La familiarità di Wish risiede nello svolgersi in un mondo che conosciamo, che non ci fa mai sentire smarriti: un mondo che in qualche modo sappiamo già a memoria e nel quale ci sentiamo al sicuro.

Wish è un film pensato per celebrare una realtà, un business, ma anche un modo per intendere le storie: così da una parte ci sono tutti i legami coi lungometraggi del passato, dall’altro si apre un nuovo cerchio, come se ogni storia, ogni narrazione e ogni personaggio facesse parte di un cerchio senza fine, dove tutto è collegato e dove passato e presente non sono entità separate ma facce di una medaglia che non ha smesso di splendere né di essere preziosa tanto per i nuovi spettatori quanto per quelli più vecchi, che potranno fare affidamento anche su un effetto nostalgia che non si limita ad essere un mero ricatto emotivo, ma sembra più un riconoscimento di animatori e registi, come una stretta di mano tra persone che, per un po’, hanno intrapreso lo stesso viaggio.

Il ritorno di un malvagio

Forte di una colonna sonora davvero magnifica, che riesce a miscelare il vecchio con melodie nuove e che sembrano venire da un musical di Broadway, Wish ha anche il pregio di riportare finalmente un vero e proprio antagonista all’interno del racconto. Se Elemental aveva avuto il merito di riportare sul grande schermo una storia d’amore, con Wish torna anche un elemento che era stato accantonato negli ultimi film: il conflitto. Se l’ambizione a voler accontentare tutti e a non offendere nessuno aveva portato negli ultimi anni a storie un po’ più piatte, dove i protagonisti dovevano soprattutto guardarsi dentro per accettare i propri limiti, finalmente torna in scena un cattivo nel vero senso della parola, un uomo che si lascia vincere dalle tentazioni dell’oscurità e che rappresenta in qualche modo un alter ego della protagonista.

Re Magnifico è un personaggio ricco e sfaccettato, che forse avrebbe meritato un piccolo approfondimento in più, ma che riesce comunque a rubare la scena ai protagonisti: gli spettatori, dunque, si trovano a guardare in faccia la seduzione del Male, il volto più angelico di un mefistofelico demone che è pronto a tutto pur di mantenere il potere. Chapeau.

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