In Cina un uomo ha accusato i genitori adottivi della figlia sedicenne di averla venduta come “sposa fantasma” dopo che la ragazza si era suicidata. La polizia è riuscita a rintracciare il trasferimento di denaro ricevuto dalla coppia, una cifra che ammonta a circa 9.300 dollari, ma ha spiegato che non ci sono basi legali per avviare un procedimento giudiziario, evidenziando le discrepanze ancora oggi esistenti nel Paese asiatico tra le antiche tradizioni nazionali e i quadri giuridici contemporanei.
Il business dei matrimoni fantasma
L’episodio in questione, verificatosi nella contea di Guanxian, nella provincia orientale dello Shandong, ha acceso i riflettori sui cosiddetti matrimoni fantasma (yinhun), pratiche profondamente radicate nella storia cinese da oltre 3.000 anni che comportano la creazione di legami familiari tra persone decedute.
È su queste basi che ha iniziato a prosperare il business delle “spose fantasma”, consistente nel traffico di ceneri rubate e vendute sul mercato nero dai becchini o dagli stessi parenti delle vittime. Gli acquirenti, in sostanza, sono quelle famiglie interessate a comprare “mogli fantasma” per far sposare i loro figli – anch’essi morti – mediante matrimoni postumi di buon auspicio. Già, perché è credenza diffusa che morire da single non porti particolarmente fortuna.
Il caso di Xiaodan
La pratica è ancora in uso in alcune zone rurali della Cina. Ed è tornata alla ribalta dopo il caso spiegato all’inizio dell’articolo e riportato dal South China Morning Post. Un uomo di nome Sun ha raccontato che sua figlia biologica, Xiaodan, si è suicidata lo scorso dicembre gettandosi dalla sua casa al nono piano, dopo aver subito abusi emotivi a lungo termine da parte dei suoi genitori adottivi.
Sun ha spiegato che lui e sua moglie hanno dovuto dare in adozione la loro bambina nel 2006 perché avevano già due gemelli e non potevano permettersi di allevarla. A volte andavano a trovarla fingendosi parenti della famiglia adottiva.
Ebbene, di recente lo stesso Sun ha accusato i genitori adottivi di Xiaodan di averla “sposata” con un giovane morto – soprannominato Zhang – dopo il suo suicidio, e di aver ricevuto dai genitori del ragazzo un compenso per la sposa pari a 66.000 yuan.
La tradizione nelle aree rurali della Cina
Per quale motivo vendere le ceneri di una ragazza morta? Un’antica tradizione cinese sostiene che una persona che muore single non sarà benedetta nell’aldilà e che dovrebbe essere abbinata ad altre persone morte non sposate. E così capita spesso che coppie di genitori che hanno perso i loro figli si inseriscano in questo business sommerso, dove talvolta trovano spazio anche squali pronti a lucrare sulla credenza.
Terminata la “compravendita” delle ceneri, proprio come nei matrimoni tradizionali cinesi, le famiglie di una “coppia fantasma” appena sposata si scambiano sia il prezzo della sposa che la dote, e si considerano parenti per matrimonio.
Molti utenti hanno descritto la pratica sui social come “un insulto”. Anche perché ha portato a crimini come il furto di cadaveri o di ceneri di ossa di giovani donne, che vengono poi vendute per diventare la “sposa” di un uomo morto.
Nel caso specifico, Sun ha denunciato il fatto che Xiaodan sia stata sepolta con Zhang per completare la cerimonia nuziale. Ha chiesto alla polizia di punire i genitori adottivi della ragazza per violenza domestica e dissacrazione di cadaveri, ma la le forze dell’ordine non hanno trovato prove schiaccianti per poter intervenire. Gli investigatori hanno semplicemente affermato che non esistono basi legali per punire le persone coinvolte in matrimoni fantasma.
Un business fiorente
Mentre il Partito Comunista Cinese continua a promuovere campagne di sensibilizzazioni per sradicare queste antiche credenze dai villaggi più remoti della Cina, gli esperti si interrogano sul business dei matrimoni fantasma. Un business molto fiorente, passato nell’arco di un decennio dal valere 30mila yuan a quasi 100mila per ogni “sposa venduta”.
Yao Jianlong, direttore dell’Istituto di diritto dell’Accademia di scienze sociali di Shanghai, ha dichiarato a China Women’s News che organizzare un matrimonio fantasma non è un crimine secondo la legge cinese, e che i casi precedenti hanno portato a una punizione solo perché le persone coinvolte avevano infranto altre leggi, come il furto e danneggiando i cadaveri.