Insegna inglese (per 20 anni) senza titoli, condannata

Insegna inglese (per 20 anni) senza titoli, condannata

Quasi vent’anni passati a insegnare tedesco e inglese in scuole materne, elementari e licei, senza però aver mai conseguito né il diploma magistrale né la laurea.

Viviana Mazzoni, 49 anni, con un curriculum con una serie di incarichi in istituti del comasco, è stata condannata dalla Corte dei conti della Lombardia a restituire più di 247mila euro per aver incassato stipendi come docente che non aveva i titoli per insegnare e che dava lezioni che potrebbero essere state addirittura «dannose» ai fini dell’apprendimento degli studenti. La sua discesa comincia nel 2020, quando il dirigente scolastico di un istituto di Como, dopo aver controllato le dichiarazioni presentate dalla donna, scopre che non si è mai laureata in Lingue e letterature straniere moderne alla Iulm di Milano, come invece aveva affermato. Anche se iscritta, l’insegnante non aveva sostenuto il numero minimo di esami nel periodo previsto dal regolamento. Mazzoni aveva dichiarato anche di aver conseguito il diploma magistrale alla scuola paritaria Matilde di Canossa di Como. Diploma, però, mai ottenuto. Dopo la denuncia, la Procura chiede il rinvio a giudizio per le false attestazioni e Mazzoni viene segnalata alla Corte dei Conti della Lombardia. Dagli accertamenti risulta che l’attività svolta in cattedra va retrodatata all’anno scolastico 2003-2004, quando aveva iniziato una serie di sostituzioni e supplenze nelle scuole di Como e provincia retribuite dal ministero delle Finanze per un totale di oltre 247mila euro. Nella sentenza depositata lo scorso lunedì, i giudici della Corte condannano la docente al risarcimento per aver ottenuto incarichi avvalendosi di titoli contraffatti «in totale spregio della normativa». La vicenda, raccontata dal quotidiano Il Giorno, è rimbalzata anche sui social. Tra i commenti, c’è chi riconosce la gravità della situazione specie per le «lacune» che può lasciare agli studenti un’insegnante priva di titoli. Altri, invece, puntano il dito sui controlli mancati o tardivi. Ma c’è anche chi la difende, visto che «se ha insegnato per 20 anni avrà dimostrato di avere delle competenze». Prima di chiedere il risarcimento, c’è chi avrebbe voluto verificare le sue conoscenze.

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