Pablo Picasso diceva che tutti i bambini sono artisti nati, ma che il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi. Il fashion designer Roberto De Wan, nota presenza nello sfavillante Quadrilatero della moda milanese, non ha mai nascosto il suo “fanciullino pascoliano”, ovvero quell’amore per l’arte che ha saputo infondere anche alle sue creazioni di stilista; e che continua ovviamente a trasmettere sulla tela. All’inizio, in forma strettamente privata, destinando una parte del suo showroom milanese all’atelier in cui sprigionare energia pura e indipendente da ogni patina glamour che si conviene all’iconografia della moda. Successivamente, liberatosi da stereotipi e etichette, De Wan ha iniziato a esporre in mostre pubbliche e private, attirandosi anche i riconoscimenti della critica. L’impeto creativo, ma forse anche le imbeccate del pubblico affezionato agli abiti e agli accessori della sua collezione, lo hanno poi spinto ad inventare brillanti dialoghi tra arte e fashion. Così è avvenuto con la creazione – parallelamente e osmoticamente alla produzione pittorica – di una particolarissima linea di accessori: foulard, sciarpe e cravatte in cui ha rappresentato direttamente su seta gli stilemi della sua pittura, sempre a cavallo tra una figurazione simbolista e un espressionismo astratto dai colori primari e accesi. L’ultima tappa è stata presentata alla vigilia della Prima scaligera come dedica al centenario della morte di Giacomo Puccini: la collezione Turandot, una linea di 150 foulard che rievoca l’eroina di una delle più celebri opere liriche del maestro, all’interno di composizioni coloratissime cariche di simboli.
Al vernissage della mostra, che ha messo in dialogo la serie di dipinti ad olio su Turandot con i foulard realizzati dal pittore-designer, hanno presenziato il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, presidente del Comitato promotore per le celebrazioni del centenario pucciniano, Daniela Javarone presidente dell’Associazione Milanese Amici della Lirica e l’artista-performer Erica Tamborini. I foulard saranno esposti in via permanente al Museo Storico dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo. “Con Turandot, De Wan consegna alla pittura il vibrante racconto di un’icona che trasmette la forza dei propri sentimenti e la magia di un amore rivelato”, ha commentato il critico torinese Angelo Mistrangelo. A fargli eco è Roberto Bellini, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Accademia di Brera che incoraggia il designer a perseverare nella sua ricerca: “Ora, ch’egli dipinge in pratica ogni giorno con crescente convinzione, scoprendosi e appassionandosi viepiù al proprio fare fuori d’ogni canone, libero da tutti gli schemi, sgombro da qualsivoglia orientamento ideologico, ora pare sia maturato in lui, come fosse una necessità irrevocabile, quest’impegno e, con esso, questa rinnovata attività che si declina in formati diseguali, ma mai troppo ampi per non perder di vista l’intensità che li contraddistingue rafforzandone così il dato autobiografico, declinato in soggetti o temi dissonanti e il cui unico lo conduttore è pittorico. Come se, effettivamente, Roberto De Wan avesse scoperto solo adesso il portato del proprio talento, dando così la stura a questa sua urgenza pittorica che lo sospinge a fare e fare ancora, e ancora”.
Una dicotomia, quella tra fashion design e arte pura, con cui De Wan ha imparato a convivere senza inutili pudori. Del resto, a guardarne la biografia, tutto fa parte della sua storia. Da anni alla guida del brand battezzato negli anni Cinquanta sotto la Mole dalla nonna Erika De Wan, con un concetto che disegnare durante gli studi liceali frequentando l’atelier del pittore surrealista Pontecorvo che gli insegnerà il nudo e il ritratto. Verrà quindi Incoraggiato nella sua vocazione artistica dalla sua famiglia di creativi e fondatori della storica gioielleria De Wan a Torino, Milano e Montecarlo. “Per me – confida al Giornale – i settori Arte e Moda sono come due treni che viaggiano su binari paralleli senza incontrarsi mai. infatti, non ho mai condiviso l’idea di contaminazione espresso da critici illustri come Pasquale Lettieri che ha molto scritto sull’argomento in occasione di una mia personale presso la galleria Battaglia di Brera nel 2021. Trovo più coerente la critica di Rolando Bellini, il quale afferma che i recenti dipinti del sottoscritto sul tema Turandot siano stati espressamente ideati per realizzare i foulard della collezione che porta questo nome, in omaggio al Centenario dalla scomparsa del compositore Giacomo Puccini”. Analoghe osservazioni, ricorda De Wan, arrivano dal critico Vittorio Raschetti “che però identifica nella mia arte un concetto di spazio e di tempo vicino al fashion-design. Affermazione, questa, facilmente riscontrabile nell’opera La guerra dei Mondi dipinta come esortazione alla Pace”. Un inno alla pace che domenica 31 dicembre alle 16 sarà rimarcato nello showroom atelier di via Manzoni a Milano con la presentazione di un esclusivo foulard in edizione limitata ispirato proprio al dipinto.