Pressing Usa. “La guerra va fermata entro l’anno”

Pressing Usa. "La guerra va fermata entro l'anno"

«Vogliamo che la guerra a Gaza finisca prima possibile». Gli Stati Uniti affidano al portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, la loro linea sulla guerra nella Striscia di Gaza. Washington precisa che intende dettare i tempi allo Stato ebraico, ma si augura che le ostilità finiscano in fretta, perché – lo aveva detto 24 ore prima Joe Biden – il governo israeliano più va avanti con il conflitto, più rischia di perdere il sostegno internazionale.

Eppure proprio ieri, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, incontrando il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha spiegato che «per smantellare Hamas ci servono più di pochi mesi a Gaza». E il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito di voler andare avanti fino alla «vittoria assoluta». Replica americana: una «transizione» dalla fase di alta intensità della guerra «alla prossima fase a più bassa intensità» è necessaria «nel giro di settimane e non di mesi».

Gli Stati Uniti insistono dunque perché Israele metta un freno all’offensiva e cerchi di limitare più possibile le conseguenze del conflitto sui civili, mentre il presidente turco Erdogan chiede a Washington di cessare il sostegno incondizionato a Israele, sostenendo che è «responsabilità storica» degli Usa garantire un cessate il fuoco. Circa 137 sono ancora in mano al gruppo terroristico, che conferma tuttavia «colloqui seri in corso su una tregua», con la mediazione di Egitto e Qatar.

Ma la guerra continua dura a Gaza, dove l’esercito ha messo una taglia su 4 leader di Hamas. Tutto ciò mentre si intensificano le operazioni anti-terrorismo in Cisgiordania, dove ci sono stati centinaia di arresti e almeno altre tre vittime. Intanto ieri, le forze armate israeliane hanno compiuto un primo tentativo di allagare con acqua prelevata dal mare un tunnel militare di Hamas nel settore nord della striscia di Gaza. Ma quel che soprende è che, nonostante il massacro del 7 ottobre, il consenso per il gruppo terroristico sia cresciuto in questi oltre due mesi di guerra. Lo dice un sondaggio del Centro palestinese per la politica e la ricerca, finanziato dall’Ue e dalla Ford Foundation. L’appoggio per Hamas è triplicato in Cisgiordania e cresciuto nella città di Gaza e nella Striscia. Crolla il consenso per la leadership Anp: per il 60% dei palestinesi Abu Mazen dovrebbe dimettersi.

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