Evasione fiscale con le coop dei migranti, processo per i familiari di Soumahoro

Evasione fiscale con le coop dei migranti, processo per i familiari di Soumahoro

Vanno a processo per evasione fiscale i familiari del deputato Soumahoro. La decisione è stata presa questa mattina dal tribunale di Latina che ha accolto la richiesta del pm Andrea D’Angeli. Le difese degli imputati avevano chiesto il non luogo a procedere.

Evasione fiscale nella gestione dell’accoglienza dei migranti

Marie Therese Mukamitsindo, i figli Michel Rukundo, Liliane Murekatete (moglie del deputato ex Alleanza Sinistra-Verdi, Aboubakar Soumahoro), dovranno difendersi per processo sulla presunta maxi-evasione fiscale messa in atto dalle cooperative per l’accoglienza dei migranti, facenti capo alla Karibu. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Latina Pierpaolo Bortone accogliendo la richiesta dell’accusa. Questa mattina si è svolta la discussione e il pm Andrea D’Angeli aveva ricostruito l’accaduto chiedendo il processo per tutti gli imputati. Gli avvocati hanno invece sostenuto il non luogo a procedere nei confronti dei loro assistiti.

Il giudice, dopo alcune ore di camera di consiglio, ha sciolto la riserva disponendo il rinvio a giudizio per i familiari di Soumahoro. Stralciata invece la posizione di altri due soggetti che sono risultati irreperibili, trovandosi probabilmente all’estero. Mukamitsindo, Murekatete, Rukundo e Ghislaine Ada Ndongo saranno già imputati nel processo che inizierà il prossimo 24 gennaio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio. Diverso destino per Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangyira per cui vi sarà una udienza stralcio, il prossimo 26 aprile, sempre davanti al giudice Simona Sergio.

Le accuse per reati finanziari

A Lady Soumahoro e ai suoi familiari, la procura di Latina contesta una serie di irregolarità e presunti reati fiscali e tributari commessi nella gestione della cooperativa Karibu e dei suoi satelliti, su tutti il Consorzio Aid e Jumbo Africa, considerata dalla magistratura un vero e proprio veicolo per far arrivare i soldi in Ruanda e in altri paesi. Tutti devono rispondere dei reati fiscali: dall’evasione alle fatture false.

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