L’Antifascigno è un essere mitologico che si scaglia contro le dittature di un secolo addietro, totalitarismi più morti di Giulio Cesare, per avere un nemico da combattere, creando così il paradosso di essere il vero e unico nostalgico del Ventennio. L’Antifascigno è una sorta di Beep Beep in pensione che rimpiange le gloriose battaglie con Willy il Coyote, un Jerry senza Tom, un Matteo Renzi senza un governo Conte da far cadere.
L’Antifascigno è un collezionista compulsivo di paradossi. In quanto Antifascigno si erge con una certa arroganza a paladino della libertà e della Costituzione, a patto che sia lui a decidere cosa siamo liberi di dire e di fare. E’ Antifascigno, ad esempio, colui che vieta la libertà di movimento a partire dai confini della Polis di sua proprietà. Zona C, zona B, zona Z per i giovani di ultima generazione, impediscono la circolazione facendo leva sulla grande bufala dell’inquinamento che in realtà non è diminuito di uno 0,1%. E non è finita perché il progetto finale è quello di azzerare l’entrata delle auto in città. Viva la libertà, viva l’articolo 16 della Costituzione che recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.
L’Antifascigno, in nome della libertà di parola, decide cosa si può dire e soprattutto non dire, pena la cacciata dai salotti televisivi e l’esilio dai social. Anche qui s’innesta il paradosso. L’Antifascigno odia la censura e censura, esalta la diversità e mette a tacere il pensiero critico, esalta la pluralità e taccia di Fake News le notizie non gradite. Tanto è vero che sui social, per aggirare l’algospeak, l’algoritmo che controlla le parole proibite, è nato, soprattutto tra i giovani, un nuovo linguaggio che permette di comunicare senza essere censurati. Una sorta di codice segreto anti spionaggio. Viva la libertà, viva l’articolo 21 della Costituzione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
L’Antifascigno ci ricorda quanto sia importante il rispetto della libertà di essere ciò che si desidera essere difendendo a spada tratta le diversità. Recenti studi hanno rilevato che il DNA dell’Antifascigno sia molto simile a quello del pesce rosso che ad ogni giro di boccia perde la memoria. L’Antifascigno, infatti, quando scende in piazza a favore del diverso non tollera chi la pensa diversamente e non si fa scrupolo a mettere a ferro e fuoco le sedi che secondo lui non hanno diritto di esistere. Viva la libertà, viva l’articolo 3 della Costituzione che recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”.