È arrivata ieri su Netflix una serie comica prodotta in Polonia, Paese non proprio famoso per la sua travolgente produzione di fiction ridanciane. Per di più questa serie che si intitola 1670 gioca anche con la Storia, alzando ulteriormente l’asticella dello scherzo.
Eppure… Eppure 1670 è veramente un prodotto ben fatto, come se di colpo i Monty Python avessero deciso di vestirsi da Ussari alati e catapultarsi nelle campagne del Nord Europa nel diciassettesimo secolo. La trama ruota tutta attorno ad un nobile polacco e alla sua strampalata famiglia. Si chiama Giovanni Paolo Adamczewski e vuole diventare il Giovanni Paolo più famoso della storia polacca…
Evidentemente non gli andrà bene. Anche perché il suo villaggio gli da un sacco di problemi. I contadini non apprezzano i suoi metodi motivazionali a frustate, i suoi figli sono schiavi della nuova musica tardobarocca. E in più c’è l’influenza culturale dei «cosacchi cazzuti», la ribellione della figlia (che si lava pure i denti, orrenda novità), la diffusione di nuove idee pericolose, come l’essere mancini…
Insomma il 1670 serve a mettere alla berlina la nostra modernità. E non mancano le bordate né verso la cultura gender, né verso un certo modo polacco di intendere la religione, né verso un certo tipo di tradizionalismo. Insomma quello che diverte della serie è la capacità di irridere tutto anche con una certa dose di cinismo. Venendo dalla comicità italiana sempre politicamente corretta e a senso politico unico è una boccata di ossigeno, seicentesco.