Patto dei caccia con Giappone e Inghilterra: la mossa dell’Italia sui Tempest

Una rappresentazione artistica di come potrebbe essere il caccia Tempest. Foto: BAE Systems.

Si è conclusa con un accordo e una stretta di mano la missione giapponese di Guido Crosetto. Il titolare della Difesa si trovava ieri a Tokyo per firmare il trattato istitutivo dell’Organizzazione Governativa Internazionale del Gcap (Gcap International Government Organization, Gigo) di cui fa parte, oltre all’Italia, il Regno Unito e, appunto, il Giappone. Una partnership per il momento solo politica, che trae le sue origini dall’iniziativa britannica per la costruzione di un cacciabombardiere di sesta generazione.

Cosa prevede l’accordo

Le aziende coinvolte sono Leonardo per l’Italia, Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone e Bae Systems per il Regno Unito, “padre” del supercaccia Tempest annunciato per la prima volta nel 2018. Non è stata ancora creata una joint venture, ma quello attuale è comunque un passaggio necessario tra governi che ribadisce la volontà programmatica delle parti. Nel 2022 a Londra si sono unite Tokyo e Roma, dando vita quindi al Gcap.

I ministri di Italia, Giappone e Regno Unito hanno firmato il trattato, che rappresenta un importante accordo nella progettazione condivisa e nella consegna di un aereo da combattimento di nuova generazione entro il 2035“, si legge in una nota congiunta. “Essere qui oggi rappresenta per l’Italia, e penso per tutti noi, un traguardo molto importante per il programma Gcap, e allo stesso tempo un messaggio fortissimo perché la nostra partnership è un messaggio per il resto del mondo“, ha dichiarato il ministro Crosetto.

La cooperazione nel settore aerospaziale tra Italia e Giappone si è intensificata nel corso del 2023. Lo scorso agosto i militari dell’Am hanno partecipato a un’esercitazione insieme agli avieri della Japan Air Self-Defense Force presso la base aerea giapponese di Komatsu. Al consorzio però potrebbe aggiungersi in futuro anche la Germania, che starebbe meditando di ritirarsi dall’asse franco-spagnolo impegnato nel progetto Système de combat aérien du futur (Scaf) per aderire al Tempest.

Parlando al quotidiano The Telegraph, il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha rivendicato la leadership del Regno Unito in questo sforzo trasversale per creare gli aerei da combattimento del futuro. “In un’era sempre più pericolosa – ha spiegato l’esponente Tory –, il nuovo aereo da combattimento viene progettato per costituire la spina dorsale delle nostre future flotte aeree. Porrà le nostre nazioni al centro della capacità di combattimento aereo e migliorerà la sicurezza regionale sia nell’Indo-Pacifico che in Europa“.

Che cos’è il Tempest

Il Tempest, che dovrebbe prendere il posto dell’Eurofighter Typhoon, sarà un caccia multiruolo supersonico lungo circa 19 metri e con un peso massimo al decollo di 25 tonnellate. Dovrebbe inoltre montare armi a guida laser e missili ipersonici, cioè cinque volte superiori della velocità del suono (Mach 5). Il velivolo sarà stealth, dunque invisibile ai radar, e su questo punto il contributo tecnologico dei tecnici italiani – già al lavoro su apparecchiature avanzate – potrebbe rivelarsi fondamentale.

L’entrata in servizio del Global Combat Air Programme, come già detto, è prevista per il 2035, mentre il primo prototipo pilotabile dovrebbe arrivare già nel 2025. La fase operativa di sviluppo del jet dovrebbe incominciare invece il prossimo anno.

L’Italia sigla il “patto” dei tank

Nel frattempo, per quanto riguarda i mezzi di terra, è di ieri la notizia dell’accordo tra Leonardo e la società franco-tedesca Knds per quella che è stata definita “alleanza strategica” dei carri armati. L’Italia, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, entrerà infatti nel progetto Mgcs, il Main Battle Tank (Mbt) europeo dei prossimi anni. Ma non solo. Grazie a questa nuova sinergia, la Difesa potrà finalmente ricevere i Leopard 2A8 che dovrebbero affiancare i carri Ariete C2 dal 2024.

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