Fuori dalla realtà. Difficile dare altre definizioni di fronte alla nuova – si fa per dire – proposta di Sinistra Italiana. Non pago di aver portato in Parlamento il sindacalista con gli stivali Soumahoro, Fratoianni non sembra aver compreso l’entità della batosta delle ultime politiche e punta tutto sull’assistenzialismo senza freni. Smontato il reddito di cittadinanza, ecco la soluzione dei compagni: il reddito universale di base. Questa, infatti, l’ultima trovata presentata in Commissione Bilancio al Senato. Ma non è mica finita qui: sì perchè secondo Fratoianni la misura dovrebbe essere finanziata con il monopolio della cannabis e l’introduzione della patrimoniale, una vera e propria ossessione da quelle parti.
Come confermato da Enrico Borghi di Italia Viva, Sinistra Italiana ha proposto di introdurre il reddito universale di base, finanziabile con la droga libera e la tassa che colpisce i risparmi degli italiani. Non è di certo una novità: Fratoianni aveva provato ad acchiappare qualche consenso già un anno fa, sulla scia della guerra dichiarata dal governo Meloni al sussidio made in 5 Stelle. Assistenzialismo allo stato puro “come diritto umano fondamentale e strumento indispensabile per combattere la povertà e la crisi occupazionale determinata dall’acuirsi della crisi economica dentro la pandemia”. L’analisi di Borghi è tranchant: “Non è bastato il fallimento del reddito di cittadinanza, non basta la pesante pressione fiscale italiana: assistenzialismo e tasse continuano ad essere un mantra per una sinistra d’annata, lo slogan perfetto per garantire una rendita di voti alla destra!”. Difficile dargli torto.
Il reddito universale di base è in realtà un grande classico della sinistra dura e pura. Lo Stato deve dare soldi a ogni individuo per poter esistere: questa la cantilena che va ormai avanti da dieci anni. Si tratta in altri termini di un sussidio mensile a tutta la cittadinanza totalmente indipendente dalla situazione socio-economica della persona e non condizionato alla ricerca di un lavoro. Il sogno di tutti gli scansafatiche, ma secondo chi la propone un modo per ridurre la povertà e le disuguaglianze: il sussidio garantirebbe la possibilità di affrontare le spese essenziale. E c’è un altro aspetto messo in risalto, ossia la possibilità di stimolare i consumi, contribuendo alla crescita dell’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro. In realtà si tratta di un’evoluzione del reddito di cittadinanza con ripercussioni persino peggiori. Ma fortunatamente resterà soltanto un desiderio di Fratoianni & Co.