“Lo sci è impazzito? Anche ai miei tempi cancellavano le gare”

"Lo sci è impazzito? Anche ai miei tempi cancellavano le gare"

C’è chi dice che lo sci sia in via di estinzione per colpa dal clima che cambia. E c’è un grande (non ancora) vecchio che predica calma, «perché lo sci è uno sport all’aperto, e le cancellazioni di gare che ci sono oggi, ci saranno in futuro e ci sono state anche quando gareggiavo io. Eviterei di drammatizzare». Benjamin Raich delle nevi è stato un re: ha vinto una Coppa del Mondo, sei coppe di specialità, tre ori mondiali e due olimpici, a Torino 2016. Ora lavora come ambasciatore del circuito, nel marketing, in Tv e come testimonial di un accessorio che rivoluzionerà la sciata.



Intanto, Benni: 18 anni tra i pali. Che carriera è stata?

«Fantastica. È stata come me la immaginavo: sono arrivato a gareggiare fino a 37 anni in ottima forma, con pochissimi infortuni e tanti successi».



Quale il più bello?

«Emotivamente parlando l’oro nel gigante dei Giochi 2006 in Italia. Puoi farcela solo ogni 4 anni e quando vinci è davvero emozionante».



Chi sono stati gli avversari più difficili?

«Tra tutti il più forte è stato Marcel Hirscher: verso la fine della mia carriera era anche più di un rivale. Ma pure Hermann Maier, che era ancora più versatile, ma è stato un po’ bloccato da guai fisici.

Tra gli italiani Giorgio Rocca, uno sciatore davvero bravo».

A proposito di Italia: oggi, sempre neve permettendo, in Val Gardena si disputerà la prima discesa maschile stagionale, si punta a Milano-Cortina 2026, ma adesso qui lo sci è donna.

«Davvero? Alex Vinatzer l’anno scorso ha conquistato un bronzo nello slalom ai mondiali, in un circuito in cui la competizione è incredibilmente dura. Di sicuro la nazionale femminile è molto forte, ma anche i ragazzi hanno tanto talento».



Un giudizio sul caso Braathen?

«Trovo triste che un grande atleta che ha avuto un impatto così positivo sulla gente si ritiri a 23 anni. Spero possa tornare e riscoprire la sua passione per lo sci perché per il nostro sport sarebbe importante».



Cos’è cambiato dai tempi di Benni Reich?

«Non il modo in cui si sta sugli sci: è l’attrezzatura che è diversa. Molte cose sono migliorate o semplificate, come negli sci carving. In questo caso non è solo la sciancratura ma anche la costruzione degli sci stessi. E poi gli scarponi…».

C’è una grande novità in arrivo…

«Si chiama BOA ed è un sistema che influisce in modo in termini di calzata e tenuta del tallone, che è un aspetto cruciale. In questo caso lo scafo non pressa dall’alto verso il basso, ma si avvolge e personalizza sul piede. Sarà un grande cambiamento per tutti quelli che sciano e per la Coppa del Mondo».

Se si riesce a gareggiare… nel calendario maschile sono già state cancellate 7 gare su 9.

«Non si può attribuire il tutto al cambiamento climatico: qualcosa ovviamente c’è, ma disagi e situazioni meteorologiche avverse ci sono stati anche in passati anche negli Anni Ottanta, Settanta e Sessanta. Il nostro è uno sport all’aria aperta e ci saranno sempre cancellazioni, interruzioni e riprogrammazioni: è fondamentale riconoscere questi cambiamenti, sfruttarli e adattarsi».



Lo sci ha colpe?

«Lo sci ha sicuramente un impatto quando si guarda alle stazioni sciistiche. Ma se si crede che sia uno sport positivo per le persone, e per me lo è, allora bisogna trovare un compromesso. Non si tratta solo di attività fisica e atletica: anche la salute mentale gioca un ruolo. Perché lo sci in montagna è bellezza della natura, aria fresca, convivenza. E poi c’è il fattore economico, soprattutto per le valli. In più, se lo si confronta con altri sport pensiamo all’energia necessaria per attività come il nuoto, il pattinaggio sul ghiaccio, il teatro, le mostre d’arte… Insomma: non c’è paragone».



Infine: chi vince la Coppa del Mondo?

«Tra gli uomini il favorito è Marco Odermatt: forse Marco Schwarz è l’unico che potrebbe insidiarlo. Tra le donne dico Shiffrin o Vlhova, e poi ci sono le italiane naturalmente…».

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