“Bambina dell’asilo”. Travaglio insulta Meloni e difende Conte sul Mes

Manettari pronti a violare la norma anti-gogna

La presidente del Consiglio, o meglio, “Meloni pare la bambina dell’asilo che, presa con le mano nella marmellata, risponde specchio riflesso, chi lo dice lo è mille volte più di me, gnè gnè”. Al contrario di quanto possa sembrare questo non è uno di quei meme divertenti che girano sui social, bensì l’editoriale di Marco Travaglio. Il commento del direttore del Fatto Quotidiano è un miscuglio di insulti personali anti-governativi con un solo obiettivo: difendere le scelte di Giuseppe Conte e grillini sul Mes.

Travaglio attacca Meloni

L’asso nella manica sfoderato ieri dalla presidente Meloni ha destabilizzato l’asse giallo rosso. Il fax mostrato dalla premier nel corso del dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di oggi e domani ha inchiodato i grillini. La firma dell’allora ministro degli Esteri, Luigi di Maio, che autorizzava l’assenso del governo italiano alla ratifica delle modifiche al Mes, è la ciliegina sulla torta di un attacco ben organizzato.

La data sul documento è quella del 20 gennaio 2021, ma la firma dell’Italia e degli altri Paesi fu messa tra il 27 gennaio e l’8 febbraio dello stesso anno. La conclusione di Meloni, quindi, non fa una piega: l’impegno a ratificare il Mes, come ribadito dalla premier in Senato, è stato preso dal governo Conte “senza che ne avesse il potere e con il favore delle tenebre”. Tradotto: l’accusa di meloni all’esecutivo grillino è quella di aver sottoscritto il Mes“il giorno dopo le dimissioni, quando il governo era in carica“solo per gli affari correnti, senza dirlo agli italiani e senza metterci la faccia”.

L’asse Conte-Travaglio

Gioco, partita e incontro? Niente affatto. In serata, con sprezzo del ridicolo, l’asse grillino è passato al contrattacco. Le dichiarazioni difensive delle flotte di parlamentari pentastellati sono culminate con un video del leader 5stelle, Giuseppe Conte. Il presidente del M5S, replicando al premier sul Mes, ha attaccato:“Ok al Mes con il favore delle tenebre? Non ti permettere di fare una affermazione del genere, Meloni decidi tu se votare no alla ratifica, ormai è un premierato di fatto”. Questa mattina, a stretto giro, arriva la difesa firmata dal direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.

Il passaggio iniziale è un’esaltazione tout court dell’ex avvocato del popolo: “Chi ha visto il confronto alla Camera tra Meloni e Conte capisce perché la premier voleva Schlein e non Conte ad Atreju: per oscurare il leader che più la impensierisce”. La logica del fatto è quantomeno divertente. La descrizione di una GiorgiaMeloni impaurita da Conte e soci, sempre per chi ha visto il dibattito in Aula, non ha nulla a che fare con la realtà. Ma la fantasia del Fatto continua: “Sul Mes e sul Superbonus Meloni pare la bambina dell’asilo”. E sul Mes, nello specifico, la “sua coda di paglia è ancora più lunga: le brucia che Conte non l’abbia preso malgrado lei e Salvini l’avessero accusato di averlo firmato nottetempo e di nascosto”. Dopo l’attacco di Meloni e la difesa dell’asse Conte-Travaglio, la palla passa ancora alla premier.

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