Sì avvicinano le feste e, puntuali come il Natale arrivano le occupazioni delle scuole superiori. Esistono da sempre ma rispetto alle ragioni per le quali sono nate, oggi sono diventate semplicemente una ragione per non fare lezione e allungare le vacanze. Ma oltre a questo ora gli studenti sembrano fare a gara a chi crea maggiori disordini all’interno degli edifici, magari per qualche assurda sfida social o, semplicemente, perché si è persa la cultura del rispetto. Tuttavia, i presidi ora hanno detto basta, perché il ripristino di aule, arredi e strumentazioni ha un costo, che le scuole non possono sostenere a oltranza. Quindi, in diversi istituti, sono arrivate comunicazioni alle famiglie in merito all’ipotesi di addebitare a loro tutti i costi necessari per permettere alle scuole di tornare pienamente operative dopo le occupazioni, e non solo.
È il caso del liceo Mamiani di Roma, per esempio, uno dei più noti e rinomati della Capitale, frequentato da quella che viene definita come la “Roma bene”. A causa dell’occupazione dell’istituto, infatti, sono state fermate tutte le operazioni di amministrazione e segreteria, compresa “la rendicontazione su piattaforma del ministero dell’Istruzione dei fondi Pnnr e Pon“. Un passaggio fondamentale per ricevere, nel caso specifico, oltre 60mila euro di fondi. Se il liceo non riuscirà a rispettare la scadenza improrogabile, ha spiegato la dirigente Tiziana Sallusti, la scuola non avrà quei soldi provenienti dalle casse pubbliche. Ma quei fondi sono fondamentali per la scuola e quindi saranno i genitori a versarli: questo l’avviso, tra il serio e il provocatorio, da parte della dirigente scolastica. “La protratta occupazione sta facendo danni importanti non solo ai ragazzi con molti giorni di lezione persi, quanto anche all’ufficio di segreteria che non più svolgere il proprio lavoro amministrativo contabile“, ha detto ancora Sallusti.
La dirigente sta tentando di far ragionare gli occupanti ma, come ha spiegato nel suo comunicato, “sembrano ben poco interessati a questo aspetto, sordi ad appelli e a ragionamenti pratici, in nome di alti ideali“. Ideali che, va detto, sono per lo più propaganda da parte della maggior parte degli occupanti, spesso sobillati dai centri sociali esterni agli istituti. E considerando che molti degli occupanti sono minorenni, l’unico strumento che ha la scuola per rifarsi sono le richieste danni ai genitori. La situazione occupazioni in Italia è sfuggita di mano, sui social rimbalzano immagini indegne sulle condizioni degli istituti durante e dopo le occupazioni e non stupisce che il presidente del liceo Tasso di Roma abbia deciso di adottare la linea dura. Per gli studenti aderenti, oltre a 15 giorni di sospensione, anche l’onore del risarcimento danni.