Quasi un anno dopo la morte di Benedetto XVI, si torna a parlare di sepolture papali. A farlo è il Papa stesso che in un’intervista a Valentina Alazraki sulla televisione messicana N+ ha ribadito l’intenzione di non dimettersi ed ha rivelato di aver messo a lavoro l’ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice per un’ulteriore semplificazione dei riti funebri papali rispetto a quella già voluta da San Paolo VI. Alazraki, già in passato autrice di domande scomode a Bergoglio come quella sul suo amico monsignor Oscar Zanchetta poi condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione in Argentina per abuso sessuale continuo aggravato, ha riportato alcuni passaggi dell’intervista realizzata sul suo profilo X. Tra di essi, anche le dichiarazioni del Papa sul rapporto col suo predecessore e l’annuncio del suo luogo di sepoltura.
Dimissioni scartate
Francesco, arrivato al soglio pontificio grazie alla rinuncia di Benedetto XVI, non intende emularlo. Nel corso del pontificato, Bergoglio sembra aver cambiato idea sul tema. Nel 2014, infatti, aveva detto che “un Papa che sente che le sue forze vengono mene deve farsi le stesse domande che si è posto Benedetto” ed anche che “se io non me la sentissi di andare avanti? Farei lo stesso”. Nell’ultimo anno, invece, proprio col venire delle forze le sue dichiarazioni sono andate in senso opposto fino ad affermare di credere “che il ministero del Papa sia ad vitam“. Alazraki ha spiegato che Francesco nell’intervista “ha detto che nonostante i problemi di salute avuti quest’anno non ha mai pensato di dimettersi”. Pur riconoscendo come positivo il gesto di Benedetto XVI, Bergoglio ha raccontato di aver chiesto “al Signore di poter dire basta in ogni momento ma solo quando Lui vuole”.
Tomba e funerali
Il tema della morte è nei pensieri di Francesco, nonostante l’abituale ricorso all’ironia con cui sembra quasi volerlo allontanare. Nell’intervista all’emittente messicana ne ha parlato esplicitamente raccontando ad Alazraki di aver fatto preparare la sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore “per la grande devozione che ha verso la Vergine Salus Populi Romani”. Nella chiesa dell’Esquilino, infatti, il Pontefice argentino si reca sempre prima di partire e dopo essere tornato da un viaggio. Niente Grotte Vaticane, come i suoi predecessori, dunque per la sepoltura del Papa che sin dall’inizio si è presentato come un autore di gesti rivoluzionari. Oltre alla tomba, sulla scrivania di Francesco c’è anche il dossier esequie. “Per questo ha incontrato il cerimoniere per semplificare i funerali papali, che saranno molto più semplici”, ha scritto la giornalista messicana. Da San Paolo VI in poi le esequie papali sono già all’insegna dell’umiltà: fu Montini a scrivere nel suo testamento a proposito dei funerali “siano pii e semplici” e sulla tomba che avrebbe amato “fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me”. Quelle del penultimo Papa italiano furono le prime esequie celebrate sul sagrato di piazza San Pietro. Così come restano indimenticabili le immagini del funerale di San Giovanni Paolo II col Vangelo sfogliato dal vento sulla bara di legno. Scegliendo Santa Maria Maggiore, Francesco recupera un’antica tradizione dei Papi di essere sepolti in altre basiliche romane. Pio IX, ad esempio, tumulato in Vaticano fu poi sepolto in San Lorenzo fuori le Mura mentre nella stessa Santa Maria Maggiore sono stati tumulati Sisto V, Paolo V ,Pio V ,Clemente VIII ,Clemente IX e Onorio III sebbene del monumento funebre di quest’ultimo non resti più traccia.