“Fannullone”, “Lei dà i numeri”. Lo scontro Kyenge-Salvini nel 2015

"Fannullone", "Lei dà i numeri". Lo scontro Kyenge-Salvini nel 2015

Non si sono mai troppo piaciuti reciprocamente ed entrambi hanno sempre vissuto serenamente sotto questo punto di vista. Lo scontro a distanza tra Matteo Salvini e Cècile Kyenge ha spesso dominato il dibattito politico verso la metà degli anni ’10 del Duemila. Tutto nasce da quando l’ex parlamentare del Partito Democratico era stata nominata nel 2013 ministra dell’Integrazione per il governo di Enrico Letta: soprattutto perché in quei dieci mesi in cui è stata nell’esecutivo non vengono ricordati suoi provvedimenti che fossero andati effettivamente a migliorare il fenomeno dell’immigrazione clandestina nè il processo di vera e propria integrazione, a parte slogan terzomondisti. Succede, tuttavia, che i due “nemici” avranno un gustosissimo faccia a faccia televisivo in almeno due circostanze.

Il primo round da Santoro

La prima occasione avviene nel maggio 2014 ad Announo, spin-off di “Servizio Pubblico” di Michele Santoro. La conduttrice era Giulia Innocenzi e in quella puntata la Kyenge sferrò l’attacco contro il leader della Lega: “Salvini è stato cinque anni al Parlamento europeo senza andarci quasi mai. C’è un filmato del 2014 in cui un deputato belga lo ha definito fannullone. Lui però era pagato con i nostri soldi e mi chiedo perché si candida questa volta“. La replica non si fece attendere: “Signora i numeri non può inventarseli. Ho l’80% di presenze al Parlamento europeo e il 91% di produttività. Io ho tanti difetti ma non quello di non lavorare. Lei s’informi prima di parlare“. Tra l’altro c’è da aggiungere che l’europarlamentare belga a cui si riferiva la dem era Marc Tarabella, ora coinvolto nell’inchiesta giudiziaria del Qatargate.

La seconda circostanza va in scena nel luglio 2015, sempre su La7. A In Onda, condotto da Gianluigi Paragone e Francesca Barra, Kyenge interrompe più volte Salvini, al che quest’ultimo sbotta una prima volta: “Dal felicemente dimenticato ministro dell’Integrazione onestamente ho poco da imparare“, risponde il segretario della Lega a cui l’ex ministra rinfaccia ancora le presunte poche presenze a Bruxelles. “In Parlamento europeo non si vede mai…“, ha detto lei. Lui: “Signora, purtroppo mi eleggono“. Ci sono poi altre interruzioni e a quel punto Salvini rincara la dose: “La buona educazione però prevede che io possa parlare, se lei permette senza che sia razzista, brutto e cattivo. Se non le da fastidio parlo sennò faccia tutto lei che è stata bravissima“. Tutto inutile. “Non ho bisogno di maestrine…Porca miseria, quando la signora vuole io vado avanti a parlare“.

Le continue interruzione della Kyenge a Salvini

Quando la situazione sembrava che si fosse quietata, eccola nuovamente a infastidire il leader leghista: “Quando ha finito avremmo piacere anche noi di parlare...” e lui con le mani giunte quasi stesse pregando replica: “Oh signora mi scusi, se l’ho interrotta…Mi perdoni, indimenticata ministra…” per poi aggiungere una vera e propria stoccata: “Trombata dal suo partito poi…“. Si passa al tema dell’africanizzazione dell’Italia, introdotto da Zaia e lo scontro si riaccende con Salvini che chiede: “Ma lei ha capito cosa sta succedendo o vive su Marte?“. Nulla da fare: la Kyenge lo accusa di fomentare l’odio. Salcini alza le braccia al cielo: “Vabbè è colpa della Lega, signora…” ma cerca il dialogo e chiede di poterle fare una domanda. La reazione della Kyenge è irremovibile: “Le domande le accetto dai giornalisti, non da lei, Salvini, non faccia il maestrino“. Salvini sbotta di nouovo e commenta infine: “Ahhh l’educatore…“.

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