Cose turche: pugni all’arbitro. E Ceferin pensa al suo futuro

Una scorrettezza in un pugno

Non bastasse la politica a raccontarci di una Europa da non raccontare, ora si mette anche il calcio. Se qualcuno chiedesse quale vetrina ci lascia l’adorabile, non sempre adorato, pallone si potrebbe rispondere così: in Turchia il campionato è sospeso, in Grecia si giocherà a porte chiuse fino a febbraio. Fuori dagli stadi di tutta Europa è un usar violenza tra tifosi, uno spaccar di testa ed ora gli arbitri vengono presi a pugni perfino dai dirigenti. Infine Alexander Ceferin, presidente dell’Uefa fino al 2027, anziché preoccuparsi del malcostume del suo sport, si è preoccupato di far veicolare nello statuto una regoletta, da votare a febbraio, che gli permetterà di allungare ad un quarto mandato, il regno di monarca non sempre illuminato partito nel 2016. I mandati previsti per tutti sono tre ed, infatti, le federazioni cominciano a prendere contromisure contro il monarca.

Che ve ne pare? Un cervello di naturale buon senso, senza ricorso alla intelligenza artificiale, risponderebbe: l’Uefa cambi teste e presidente. E per tutti regole rigide, si ricominci la caccia agli hooligans che, in Inghilterra, ha portato qualche frutto. Si punisca senza pietismo e pietà.

Basti, a togliere ogni dubbio, l’ultimo caso narrato dalla Super Lig turca: un arbitro steso dal pugno di Faruk Koka presidente dell’Ankaragucu, socio politico di Erdogan che stavolta si è scandalizzato, eppoi preso a calci da altri dirigenti mentre il presidente urlava «Ti ammazzo». Il buon Hakan Calhanoglu, calciatore top del Paese, ha toccato la corda giusta: «Questi fatti sono un colpo non solo per l’arbitro, ma per l’umanità. Danneggiano tutti i valori umani». Bravo, qui ci siamo. Il calcio sta cancellando i valori umani e lasciamo perdere la favoletta dello sport che affratella. Il business ha corrotto ogni tipo di credo, che non sia quello della sopraffazione. Date un occhio a quanto accade prima, durante e dopo, le partite di Champions: gli scontri fra tifosi sono la regola. Sarebbe perfino logico vietare trasferte ai fans ospiti, se il business non battesse sempre ogni regola. Aggiungiamo che Turchia e Italia sono state designate per l’organizzazione degli Europei 2032. Sicuri che sia una tranquilla compagnia? I cazzotti all’arbitro, il campionato sospeso dovrebbero indurre l’Uefa ad avere dubbi. Certe decisioni possono esser riviste, quasi come la regoletta di uno statuto. Fermiamo il calcio non è più una battuta.

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