“Abbandonare combustibili fossili”. Cop28, c’è l’accordo: cosa è stato deciso

"Abbandonare combustibili fossili". Cop28, c'è l'accordo: cosa è stato deciso

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, con parole di delusione espresse da più parti in vista della conclusione dei lavori, è stato trovato un nuovo accordo nell’ambito della Cop28 ospitata a Dubai. Il testo è stato votato all’unanimità dai rappresentanti delle delegazioni presenti e all’interno sono stati inclusi alcuni termini inediti per documenti di questo tipo.

Nell’accordo infatti, tra le altre cose, si ha come obiettivo l’attuazione di un piano d’azione per mantenere l’1,5°C a portata di mano, ma la vera notizia è il riferimento per la prima volta in assoluto ai combustibili fossili, che bisognerà abbandonare con una transizione (“transition away“) già in questo decennio “cruciale” per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050. Un target che potrà essere raggiunto “triplicando” la capacità dell’energia rinnovabile.

Dobbiamo essere orgogliosi – sono state le prime parole a caldo di Sultan Al Jaber, a capo della Cop28 – per la prima volta si parla di combustibili fossili, per la prima volta abbiamo le basi per una vera transizione“. “È un piano equilibrato – ha aggiunto Al Jaber – che affronta le emissioni ed è costruito su un terreno comune. Si tratta di un pacchetto storico per accelerare l’azione sul clima“.

Come si è arrivati all’accordo

Sono stati giorni intensi a Dubai. All’interno delle strutture che hanno ospitato l’Expo del 2020, capi di Stato e di governo hanno presenziato a incontri e trattative per provare a raggiungere un’intesa. Poi è stata la volta delle delegazioni governative, con rappresentanti incaricati di mediare per evitare lo spettro di una possibile magra figura.

Questo perché, fino a qualche giorno fa, il termine più associato alla Cop28 era quello di fallimento. Le bozze circolate hanno fatto parlare di delusione, di occasione persa, di mancata reale ambizione nel giungere a un accordo valido tanto a livello politico quanto pratico. Una circostanza che al governo emiratino certo non poteva andare giù. Per Dubai l’appuntamento era troppo importante per poter poi veder associato il proprio nome e la propria organizzazione a un fallimento.

Le fonti diplomatiche contattate dai media arabi hanno parlato di come, al fine di evitare il flop, Al Jaber e i suoi collaboratori hanno deciso di prendere la situazione in mano. E dopo altri giorni di trattative, in extremis si è arrivati a un’intesa dove, per l’appunto, la transizione dal combustibile fossile è stata messa nero su bianco per la prima volta. Un obiettivo che adesso è diventato perno di un accordo politico.

Cosa ha deciso la Cop28

Con questo documento, i Paesi hanno deciso di adottare il cosiddetto Global Stocktake. Si tratta di un piano il cui obiettivo è rafforzare l’azione sul clima e contenere l’aumento della temperatura. Si parla, in particolare, di mantenere la temperatura media del pianeta entro 1.5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

Per farlo, nell’accordo si parla esplicitamente di un graduale abbandono dei combustibili fossili. Il tutto deve avvenire “in modo ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050”, come si legge nel testo. Il documento è stato approvato da circa 200 Paesi e fa tirare un sospiro di sollievo sia ai leader emiratini padroni di casa e sia, più in generale, a molti leader politici timorosi di subire critiche per mancati accordi.

Non è un caso che tra le prime reazioni entusiaste ci sia da registrare quella della vice premier spagnola, Teresa Ribera, in rappresentanza della presidenza di turno dell’Ue. Soddisfatto anche l’inviato degli Usa, l’ex segretario di Stato John Kerry. “La Cop28 è un motivo per essere ottimisti in un mondo in conflitto”, ha dichiarato. Occorrerà adesso vedere se e quando l’accordo verrà attuato. E se, soprattutto, alla soddisfazione di oggi seguiranno o meno azioni concrete da parte dei quasi 200 governi coinvolti.

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