“Visto che la legge è uguale per tutti, noi non arretreremo di un millimetro“. Anna Maria Cisint tira dritto. Dopo le strumentali polemiche sollevate dalla stampa di sinistra, che l’aveva accusata di vietare la preghiera agli islamici, la prima cittadina di Monfalcone continua sulla linea della legalità. E ribatte punto su punto a chi l’aveva fatta passare come una illiberale anti-Islam. “Mi hanno dipinta come xenofoba, razzista, ma l’approfondimento della realtà non fa parte delle loro corde“, ha ribadito. Già, perché la tanto discussa chiusura di due locali usati dai musulmani per pregare era in realtà avvenuta nel rispetto delle norme urbanistiche: quegli spazi, infatti, non erano adibiti al culto.
“Nessuno fa una battaglia contro la libertà di culto. Il tema in discussione è piuttosto quello della legalità e dell’applicazione delle norme che tutti siamo chiamati a rispettare. Con queste ordinanze non abbiamo fatto nulla di diverso a quanto accade con un abuso edilizio“, ha spiegato Cisint in una diretta social delle scorse ore, tornando così sulle polemiche sollevate da sinistra contro la sua amministrazione. Smontando in modo categorico quel polverone intriso di falsità, l’esponente leghista è andata dritta al punto e inchiodato le opposizioni alle loro responsabilità: “Questo piano regolatore, che prevede non si possano costruire luoghi di culto, non l’ho approvato io ma le amministrazioni di sinistra prima di me, quindi di cosa state parlando?“.
Poi il benservito a Repubblica, che aveva messo nel mirino Anna Maria Cisint parlando addirittura di “crociata” contro gli islamici. “Se il direttore di Repubblica ha un garage grande e decide di farci dentro una discoteca, il Comune competente riveleva un abuso edilizio come abbiamo fatto noi in questi giorni. Le moschee devono essere trattate come luoghi di culto e devono avere le adeguate autorizzazioni di sicurezza. Quindi la libertà religiosa negata non c’entra assolutamente nulla“, ha commentato il sindaco, lasciandosi andare infine a un commento polemico riferito proprio a certa stampa progressista: “I giornali che dicono di prodigarsi contro le fake news sono quelli che poi le propongono…“.
Caso chiuso? Macché. Da sinistra continuano a cannoneggiare contro il sindaco che fa rispettare la legge e intanto gli islamici stanno organizzando una mobilitazione di massa a Monfalcone prevista per il 23 dicembre prossimo. In città si prevede l’arrivo di circa 5mila musulmani all’antivigilia di Natale. “Sarà una manifestazione nazionale pacifica, dopo che la sindaca Cisint ha chiesto agli altri primi cittadini della nazione di seguire il suo esempio“, ha dichiarato l’imam promotore dell’iniziativa. Ma il timore dei commercianti locali e di molti cittadini è che questa protesta possa bloccare le attività e la viabilità in una giornata a ridosso delle feste. Anche in questo caso, a farsi carico di questa preoccupazione è stato il sindaco.
“Tanti cittadini mi hanno fermata, spaventati dalle notizie su questa manifestazione. I monfalconesi vogliono prepararsi al Natale in santa pace e questa invasione di musulmani in quella data sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti della città. Vogliono un’antivigilia di provocazione islamica“, ha lamentato il sindaco parlando con ilGiornale.it. Un disappunto poi ribadito nella diretta social. La trovo una provocazione gravissima e la dimostrazione di quanto sto sostenendo. Questi atti di arroganza non vanno verso l’integrazione che abbiamo proposto ed è stata rifiutata“, ha osservato Cisint, intenzionata a non farsi intimidire e a continuare sulla linea intrapresa.