Ultimo minuto. Il titolo di un film thriller. Nel calcio è l’attimo che cambia un risultato, una partita, una storia. Sabato a Bergamo, Luis Muriel ha regalato zucchero all’Atalanta, veleno al Milan. Così Piccoli, in Lecce-Bologna, ultimo rigore, pareggio, idem per Henry, Udinese-Verona, il gol del 3 a 3, Gatti per la Juventus a Monza e, all’estero, Liverpool capolista con un gol chiave di Elliott al Crystal Palace, così Poulsen, 3 a 2 del Lipsia a Dortmund e, in Champions League, rigore al 90′ di Mbappé contro il Newcastle, 1 a 1. Si scrive «zona Cesarini», formula nata il 13 dicembre del ’31, al Filadelfia di Torino, Italia-Ungheria, coppa Internazionale, gol di Renato Cesarini in extremis, l’italoargentino aveva già offerto in precedenza lo stesso colpo. Una settimana dopo, Visentin III segnò all’89’ il gol della vittoria dell’Ambrosiana Inter sulla Roma, il giornalista Eugenio Danese inventò la «zona Cesarini». Renato Cesarini, nato a Castellaro di Senigallia, emigrò con la famiglia a Buenos Aires. Tornato in Italia, giocò con la Juventus di cui fu poi allenatore, in seguito dt del Napoli. La federcalcio di Baires non voleva dargli il patentino per guidare la nazionale albiceleste, avrebbe dovuto superare un esame, Cesarini sentendosi offeso, si rifiutò, la commissione propose: «A meno che lei non abbia scritto un libro di calcio». Renato replicò: «No, ma se mi portate qui tutti i libri di football vi correggo gli errori».