Varsavia tuona contro Bruxelles. E il fragore s’ode in tutta Europa, con un’eco destinata probabilmente a destare reazioni. Con un pronunciamento categorico, la Corte costituzionale polacca ha stabilito che le multe imposte dalla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto delle sue decisioni “sono contrarie alla Costituzione” del Paese. La Corte, che risente dell’influenza governativa e secondo Bruxelles non soddisfa dunque i requisiti di tribunale indipendente, ha deciso che le sanzioni emesse dall’Ue in relazione a una controversa riforma del sistema giudiziario e alla gestione di una miniera di carbone sono dunque irricevibili. La presa di posizione arriva a pochi mesi dalle elezioni europee e risuona come un atto di vera e propria ostilità alle indicazioni di Bruxelles.
Il rapporto tra la Polonia e le istituzioni europee, del resto, si era fatto particolarmente teso ormai da tempo. Bruxelles aveva comminato alla Polonia una multa pari a un milione di euro al giorno, poi dimezzata, per non aver applicato una sentenza della Corte di Giustizia europea che chiedeva modifiche alle procedure disciplinari per i giudici. Dall’Ue era arrivata una condanna nei confronti della riforma della giustizia avviata dal governo di Varsavia. La Corte aveva anche imposto alla Polonia una multa di 500mila euro al giorno nel 2021 per essersi rifiutata di rispettare un ordine di chiusura della sua miniera di lignite a Turow. Il Paese si era rifiutato di pagare e la Commissione Ue aveva annunciato di voler trattenere la cifra richiesta dai fondi, per un totale di 15 milioni di euro.
L’odierno verdetto della Corte costituzionale polacca, rinviato più volte, è stato annunciato mentre il Parlamento del Paese si prepara a votare il nuovo governo conservatore, che difficilmente otterrà il via libera delle Camere. Se i conservatori, come è probabile, non riusciranno a raccogliere sufficiente sostegno, sarà il turno dell’alleanza filo-europea guidata dall’ex presidente del consiglio Ue (dal 2014 al 2019) Donald Tusk – che ha la maggioranza in Parlamento – nel formare un governo. Nel corso degli anni, la Corte costituzionale polacca aveva ripetutamente messo in discussione il primato del diritto comunitario su quello nazionale. Nel 2021, ad esempio, l’allora ministro della giustizia Zbigniew Ziobro aveva chiesto alla Corte di pronunciarsi sulla conformità con la costituzione delle misure provvisorie emesse dalla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgye) contro la riforma della giustizia e le attività della miniera di carbone.
Da parte sua, l’Ue non era rimasta a guardare. Anzi: nello scorso mese di luglio, la Commissione europea aveva presentato una denuncia contro la Polonia per aver messo in discussione il primato del diritto Ue. Il reclamo riguardava in particolare le sentenze del tribunale del 14 luglio e del 7 ottobre 2021, secondo le quali i trattati dell’Ue non erano conformi alla Costituzione polacca. Di conseguenza, quei pronunciamenti avevano messo in discussione il primato del diritto dell’Ue sul diritto nazionale. Oggi l’ulteriore bordata da Varsavia, sempre in quella direzione. A pochi mesi dalle elezioni che disegneranno i nuovi assetti in Europa.