“La mia trisnonna Luisa Spagnoli. Come lei realizzo i sogni e i bisogni di tutte le donne”

"La mia trisnonna Luisa Spagnoli. Come lei realizzo i sogni e i bisogni di tutte le donne"

Se davvero le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte non si sa da quale pianeta arrivi Nicola Barbarani Spagnoli, ma il mondo sarebbe un posto migliore se tutti i maschi arrivassero da lì. Alto, bruno, bella faccia dal sorriso aperto, ad appena 29 anni è vice presidente esecutivo di Luisa Spagnoli, un’azienda più che solida del made in Italy. E’ anche simpatico, gentile e soprattutto ha il dono dell’assertività che consiste nel farsi valere con la persuasione invece di essere aggressivi e come si suol dire testosteronici. Del resto Nicola è geneticamente predisposto ad andare d’accordo con le donne specie se forti e intelligenti. La sua trisnonna era Luisa Spagnoli, leggendaria signora di Perugia che prima ha trasformato una pasticceria in un’industria dolciaria, poi ha inventato i Baci Perugina e infine ha creato un’impresa di moda per cui oggi lavorano 800 persone, quasi tutte donne. Invece sua madre Nicoletta è presidente, amministratore delegato e direttore creativo della Luisa Spagnoli nonché dottore in chimica e farmacia, cavaliere del lavoro e membro del comitato esecutivo di The Aspen Institute, l’associazione internazionale non profit che incoraggia ogni forma di leadership illuminata. «Ho anche una moglie molto speciale» dice lui parlando di Ippolita Donini, la bella ragazza che ha sposato un anno fa nella Basilica di san Pietro a Perugia.

In caso di figli preferirebbe maschio o femmina?

«Di base penso che non importa il sesso, la salute conta di più. Sotto sotto, però, mi piacerebbe una bambina. Sono cresciuto e vivo tra le donne, mi piacciono molto e sono affascinato dalla loro capacità di raggiungere gli obbiettivi. Se dai un progetto da fare a una donna in gamba puoi stare sicuro che lo farà».

Di solito agli uomini le donne forti piacciono fino a un certo punto, le piace essere controcorrente?

«No, per me è naturale. Ippolita è mia moglie perché è una donna forte. Infatti mi sono sposato molto giovane e senza alcuna paura: sapevo di aver vicino una persona con cui posso sempre confrontarmi».

Anche sul lavoro?

«Prima di sposarci abbiamo fatto un patto: non lavoreremo mai insieme. Sarebbe faticoso e forse dannoso. Per cui lei lavora in un’altra azienda di moda umbra e nessuno dei due porta a casa le faccende professionali».

Come ci si sente a essere uno dei pochi maschi in un’azienda femminile e femminista?

«Per me è del tutto normale vorrei però ricordare che Luisa Spagnoli ha potuto guidare l’azienda solo per 7 anni. Alla sua prematura scomparsa nel 1935 è subentrato suo figlio Mario, il mio bisnonno, geniale inventore della città dell’angora e perfino di una macchina per cuocere gli spaghetti. Poi è arrivato mio nonno Lino che ha creato la nostra rete commerciale. E infine mia madre che è un vero fenomeno».

Lei Nicola di cosa si occupa?

«Ho cominciato a lavorare nel 2015 per seguire l’e commerce e ora lavoro su tutto tranne lo stile, quello è il regno della mamma che ha una conoscenza quasi carnale del nostro pubblico. Riesce sempre a intercettare sogni e bisogni delle donne. Da noi una 44 veste fino alla 46, non giochiamo al ribasso con le taglie come fanno in tanti. Abbiamo anche un ottimo rapporto qualità/prezzo: costiamo il giusto e questo vuol dire molto al momento».

Nel tempo avete vestito donne come Verushka e Kate Middleton, oggi chi vorrebbe vestire con i vostri capi?

«Vorrei conquistare anche la clientela giovane e internazionale. Abbiamo negozi in Inghilterra, Germania, Polonia e da ottobre anche a Dubai. Vanno tutti benissimo, ma l’80% del fatturato arriva dai 130 negozi italiani. Si può fare di più senza tradire le nostre radici anche perché nel 2028 l’azienda compie 100 anni e il nostro motto è: bisogna saper guardare indietro per guardare avanti».

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