Fra Israele e Hamas alla guerra sul campo di battaglia si aggiunge quella verbale. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu si rivolge direttamente ai miliziani palestinesi dicendo loro di alzare bandiera bianca. “E’ finita. Non morite per Sinwar (il leader di Hamas, ndr), arrendetevi ora“, le sue parole in un videomessaggio dove mette in luce come “negli ultimi giorni decine di terroristi di Hamas si sono arresi ai nostri eroici guerrieri“, delle truppe israeliane. L’organizzazione che governa la Striscia di Gaza però ha ancora nelle sue mani oltre 100 ostaggi e avverte “Netanyahu, Gallant e gli altri membri del gabinetto di guerra israeliano” che nessuno prigioniero potrà essere liberato “senza negoziati“.
בימים האחרונים עשרות מחבלי חמאס נכנעים בפני כוחותינו. הם מניחים את נשקם ומוסרים את עצמם לידי לוחמינו הגיבורים.
זה ייקח עוד זמן, המלחמה בעיצומה, אבל זה תחילת הסוף של החמאס.
אני אומר למחבלי החמאס: זה נגמר. אל תמותו בשביל סינוואר. תיכנעו – עכשיו. pic.twitter.com/ZeJloJMKBR— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) December 10, 2023
La guerra “continuerà con intensità maggiore, nel nord e nel sud della Striscia di Gaza, per raggiungere tutti gli obiettivi“. Lo ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che durante una riunione di governo ha riferito di colloqui con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, ai quali ha detto che “non possono da un lato sostenere la distruzione di Hamas e dall’altro fare pressioni su di noi per porre fine alla guerra, cosa che impedirebbe l’eliminazione di Hamas”.
La risposta di Hamas a Netanyahu
Ma il botta e risposta con la controparte prosegue, e non solo nell’etere. Israele non sarà in grado di recuperare nessuno dei suoi ostaggi a meno che non si impegni in colloqui su accordi di scambio mirati: lo ha detto Abu Obaida, portavoce delle Brigate al-Qassam, in un messaggio pre registrato trasmesso da Al Jazeera. “Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri membri del gabinetto di guerra non possono riportare indietro i loro prigionieri senza negoziati. L’ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendere con la forza lo dimostra“, ha aggiunto Obaida.
Minacce cui le autorità israeliane hanno risposto intensificando i combattimenti. La guerra continuerà “finchè sarà necessario per garantire che Hamas non possa mai più danneggiare il nostro popolo“, ha detto il portavoce del governo israeliano Eylon Levy. A Gaza rimangono circa 137 ostaggi, ha fatto sapere Israele, mentre la guerra ha già causato quasi 18 mila morti tra i palestinesi e 98 tra le forze armate dello stato ebraico. Il Qatar, principale mediatore tra le due parti, ha assicurato che gli sforzi per un nuovo cessate il fuoco e ulteriori rilasci di ostaggi “continueranno”, ma ha avvertito che i bombardamenti israeliani stanno “riducendo” le possibilità. Il movimento islamico ha affermato che Israele ha lanciato una serie di “attacchi molto violenti” domenica mattina contro la città meridionale di Khan Younis e l’autostrada che collega la città a Rafah, sul confine con l’Egitto.
L’esercito israeliano ha riferito di aver colpito più di 250 obiettivi in 24 ore, compresi i centri di Hamas e gli ingressi dei tunnel nel sud di Gaza. Secondo entrambe le parti, gli scontri tra soldati e miliziani palestinesi sono concentrati soprattutto nella regione di Khan Younis a sud, e a Jabaliya e Gaza City a nord. Da parte sua, Hamas ha continuato a lanciare razzi contro Israele; la stragrande maggioranza è stata intercettata. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che “la situazione si sta rapidamente evolvendo verso una catastrofe” che potrebbe avere conseguenze “irreversibili” per i palestinesi e la regione. Ha denunciato anche la “paralisi” delle Nazioni Unite di fronte alla guerra, dopo che gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione per chiedere un cessate il fuoco.
Le razioni internazionali agli ultimi eventi tra Israele e Hamas
A proposito di colloqui internazionali volti a trovare una soluzione al conflitto Netanyahu ha parlato al telefono per 50 minuti con il presidente russo Vladimir Putin. Una telefonata in cui il leader israeliano esprime “critiche risolute” alla cooperazione fra Russia e Iran. Netanyahu ha spiegato a Mosca che, a suo dire, qualsiasi altro Paese che avesse subito un attacco terroristico equivalente a quello di Hamas del 7 ottobre avrebbe reagito almeno con la stessa forza con cui ha agito Israele e chiede a Putin di fare pressioni sulla Croce Rossa per assicurare visite agli ostaggi rimasti e consegnare loro farmaci.
Anche il Qatar prosegue i suoi sforzi per giungere a una nuova tregua ma Doha sottolinea che le possibilità si sono “ridotte” dopo la ripresa delle ostilità. “Ma non ci arrenderemo”, fa sapere il primo ministro lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Dagli Stati Uniti giunge invece la voce del Segretario di Stato, Antony Blinken. Il capo della diplomazia americana ribadisce che sarà Israele a decidere i tempi della fine della guerra ma, allo stesso tempo, lo Stato ebraico deve ridurre al minimo le vittime civili a Gaza.