Pausini si conferma una star mondiale

Pausini si conferma una star mondiale

In effetti ci sono tre Laura Pausini sul palco di questo tour mondiale partito l’altra sera dallo Stadium di Rimini per raggiungere oltre 400mila spettatori in ogni continente. La prima è la performer monumentale, e fin qui non ci sono novità: 37 canzoni compresi quattro medley , praticamente due ore e mezzo di musica perché Laura Pausini, si sa, sul palco non la fermi più.

La seconda è quella più coinvolgente, quella empatica che si commuove come ai tempi delle medie dicendo «io mi chiamo Laura Pausini e per i prossimi 30 anni voglio cantare con voi» e cantando brani ormai classici come Resta in ascolto, Simili e Come se non fosse mai stato amore su di un palco con grandi megaschermi, più piani e una passerella che arriva fin nel cuore della platea.

E la terza è forse la più unica, in un momento nel quale le virtù vocali sono sempre meno apprezzate. Alla soglia dei cinquant’anni, Laura Pausini ha una voce ancora pura e cristallina e soprattutto potente sempre, fino alla fine, persino quando, al trentaseiesimo brano, la tira fin lassù nella Solitudine. Mica facile.

È un prodigio, bisogna ammetterlo e il pubblico lo riconosce sempre, ad esempio con la inusuale, imprevista standing ovation su Seen (Io sì) che nel 2021 ha vinto un Golden Globe: «È un messaggio contro la violenza di genere», spiega lei dopo il concerto prima di andare al dunque, cioè ai testi di alcuni trapper sotto accusa: «Non canterei mai con qualcuno che non condivide i miei stessi principi e valori. Comunque ci sono anche artisti trap e rap che non usano linguaggi mortificanti e violenti. Basta saperli scegliere».

Ha le idee chiare, questa potenza romagnola, e lo conferma anche nelle risposte: «In campo artistico l’intelligenza artificiale è assolutamente un danno e sono molto spaventata dal suo uso improprio. Si può creare un videoclip, per esempio, ma non penso sia sano per il futuro degli esseri umani far cantare, dipingere, scrivere e recitare un’intelligenza artificiale».

Insomma, Laura Pausini conserva il candido furore degli esordi ma ci aggiunge un po’ di sana consapevolezza. Uno degli slogan del tour è «Sono passata per essere presente nel tuo futuro». Una risposta a chi l’accusa di essere ormai superata? «So chi sono e cosa ho fatto e sto facendo e so molto bene chi ascoltare e chi no. Dopo 30 anni almeno questo l’ho imparato bene».

Più chiara di così. Chapeau.

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