Hamas, armi tra i giochi. E Israele martella Gaza. “Mai così tanti morti civili”

Hamas, armi tra i giochi. E Israele martella Gaza. "Mai così tanti morti civili"

L’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, resta nel mirino di Israele. Certo, non per la meritoria opera di assistenza ai profughi e agli sfollati della Striscia di Gaza ma per le sospette contiguità di alcuni dei suoi 30mila dipendenti, se non dell’organizzazione stessa, con i terroristi di Hamas. Se nei giorni scorsi un docente dell’UNRWA è stato accusato di aver fatto da carceriere a un ostaggio, ecco spuntare l’ennesimo ritrovamento di armi e munizioni in una scuola gestita dall’agenzia. Addirittura un fucile di precisione e alcune munizioni erano state nascoste all’interno di un grande orsacchiotto. Le truppe di paracadutisti di riserva israeliani le hanno trovate mentre perquisivano una scuola e hanno pubblicato un video come prova.

In un’altra scuola vicina sono state ritrovate altre armi oltre a razioni di cibo destinate ai civili e requisite dai miliziani. «I terroristi di Hamas usano i giochi dei bambini per nascondere armi, mentre mettono deliberatamente a rischio la vita dei piccoli a Gaza – racconta un portavoce dell’esercito israeliano – Sono state trovate armi nascoste in oggetti per l’infanzia e aree di gioco, come anche sotto i letti di bambini, scuole e parco giochi». Inoltre, denunciato anche il lancio di razzi verso Israele dalla zona umanitaria approntata nell’estremità sud della Striscia. Quattro razzi sono risultati difettosi e sono poi caduti ed esplosi nella Striscia. «Tutto ciò dimostra che Hamas utilizza la zona umanitaria per attività terroristica».

Nel frattempo proseguono senza sosta i bombardamenti aerei da parte di Israele. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, gli attacchi sulla Striscia hanno causato «il più alto numero di vittime civili di tutte le guerre del XX secolo». Secondo il giornale, nelle tre precedenti campagne a Gaza, tra il 2012 e lo scorso anno, il rapporto tra le morti civili e il totale degli uccisi negli attacchi aerei si aggirava intorno al 40%, sceso poi al 33% all’inizio di quest’anno. Mentre nelle prime tre settimane dell’attuale operazione la percentuale di civili rispetto al totale delle morti è salita al 61%. Ma l’operazione va avanti, nel mirino obiettivi di Hamas in tutta la Striscia, soprattutto nel Nord, nell’area di Beit Hanun. A Khan Yunis invece, nel Sud della Striscia, i militari dello Stato ebraico hanno nuovamente invitato i civili ad evacuare i quartieri di Al-Katiba e Al-Mahatta e il centro della città. Mentre il kibbutz Bèeri ha confermato che Sahar Baruch, 25 anni, rapito e preso in ostaggio il 7 ottobre, è morto mentre era prigioniero di Hamas.

La situazione dei civili resta difficilissima in tutta la Regione, come testimoniano dalla parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza, dove stanno trovando rifugio circa 600 persone. Nessuno può entrare o uscire per motivi di sicurezza e la struttura, che comprende anche una scuola, l’asilo, tre conventi e due case per la cura dei bambini con handicap e anziani, è allo stremo. «Stanno finendo anche le scorte di farina, il pane viene cucinato solo a giorni alterni. Cominciano a scarseggiare anche il cibo, l’acqua e le medicine». E ad aumentare la già enorme tensione, Fatah, l’organizzazione politica palestinese dell’Olp, ha indetto per domani uno sciopero generale a Ramallah che si preannuncia caldissimo.

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