Potrebbero essere morti non per intossicazione da fumo ma a causa del black out i tre pazienti anziani che erano ricoverati all’ospedale “San Giovanni” di Tivoli dove, attorno alle ore 22.30 di venerdì 8 dicembre, è divampato un grosso incendio. Ad avvalorare questa nuova ipotesi investigativa – scrive il sito del Corriere della Sera – è la testimonianza di Barbara Ilari, figlia di Giuseppina Virginia Facca, 84 anni, deceduta nel reparto di Medicina Generale insieme a Pierina Di Giacomo, 87 anni. Mentre Romeo Sanna, 76 anni, è morto per un’embolia polmonare durante il trasporto in ambulanza verso un altro ospedale di Roma.
“Mi madre era attaccata alla macchina”
Le tre vittime erano attaccate a macchinari che potrebbero essersi spenti per via di un guasto elettrico. “Ieri in camera mortuaria ho potuto riconoscere il corpo di mia madre, che aveva 84 anni ed era ricoverata e intubata in ospedale: la sua vita era legata a quella macchina, questo mi avevano sempre detto i medici“, racconta Barbara Ilari. “Se durante l’incendio c’è stato un black out e i macchinari non hanno funzionato, è molto possibile che sia morta per questo. – continua – Quindi mi chiedo a cosa serva un tossicologo per l’autopsia, visto che le cause della morte potrebbero non essere legate solo al fumo ma anche ad altri elementi come questo. La verità non emergerà. Inoltre immagino che durante il caos dei soccorsi sia stata fatta una scelta di priorità sui pazienti, nonostante mi abbiano detto di aver tentato di rianimarla“.
L’ipotesi del black out e i macchinari
La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo e incendio doloso contro ignoti. Intanto proseguono gli accertamenti di polizia e vigili del fuoco sul funzionamento dei gruppi di continuità in alcuni reparti. Come ben precisa il sito del Corriere della Sera, in Terapia intensiva e negli altri padiglioni non ci sarebbe stata alcuna interruzione di corrente. Dai primi riscontri sembra infatti che il black out abbia interessato il pronto soccorso e altri reparti dell’ospedale. Circostanza che, se confermata, potrebbe avere pregiudicato il funzionamento dei macchinari salva vita. “Bisognerà accertare le cause della morte delle tre persone, – ha chiarito ieri pomeriggio il procuratore di Tivoli Francesco Menditto – per questo lunedì saranno nominati il medico legale e il tossicologo. C’è il sospetto che siano decedute a causa di quanto successo in ospedale“.
L’appello di Fimmg: “Fare chiarezza”
I medici di medicina generale di Roma e del Lazio di Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina genarele) esprimono vicinanza ai familiari dei tre anziani deceduti a seguito del rogo chiedendo di “fare chiarezza” su quanto accaduto. “I magistrati hanno già escluso il dolo e questo apre spazi al sospetto, purtroppo supportato dalle testimonianze dei medici, che il sistema di prevenzione antincendio non abbia funzionato a dovere“, scrive l’associazione in una nota. “Confidiamo nel fatto che la magistratura faccia chiarezza in breve tempo individuando le responsabilità ma soprattutto confidiamo nel fatto che questa tragedia porti ad una maggiore e attenzione ed efficienza dei sistema di sicurezza presenti in ogni ospedale. – conclude – Non si può morire per incendio in una struttura in cui ci si ricovera per essere curati“.