Dopo aver preso di mira monumenti, opere d’arte, bloccato strade e vandalizzato il patrimonio culturale, ora gli ecovandali mettono nel mirino delle loro azioni le chiese e la messa. Già domenica scorsa gli ecoteppisti avevano interrotto la funzione religiosa al Duomo di Torino per protestare sui temi ambientali e ieri hanno di nuovo fatto irruzione durante la messa a Roma. Mentre al Pantheon si svolgeva la celebrazione per l’Immacolata Concezione, tre militanti aderenti alla campagna «Fondo Riparazione» promossa da Ultima Generazione hanno fermato la messa.
Dopo il segno della Pace, i tre attivisti si sono messi davanti all’altare con cartelli con scritto «soldi per la vita, non alla guerra» ricordando come «alluvioni, incendi, siccità, stiano già facendo danni enormi e uccidendo tanti esseri viventi».
Il sacerdote celebrante ha fatto parlare gli ambientalisti radicali che sono poi rimasti accanto all’altare durante la comunione e il resto della messa e Monsignor Angelo Frigerio ha affermato: «Siamo dalla stessa parte. Forse siamo meno irrequieti, ma anche noi preghiamo per la pace» invitandoli a fare una foto insieme e facendo segno alla polizia di non intervenire. La richiesta degli eco vandali è sempre la stessa: istituire un (irrealizzabile) fondo di riparazione di 20 miliardi.
Eppure, al netto di una cerca accondiscendenza di una parte della Chiesa, il salto di qualità compiuto interrompendo le messe rappresenta una mancanza di rispetto verso i cristiani senza precedenti. Bloccare una funzione religiosa non è come fermare una conferenza (cosa già di per sé grave) ma costituisce una delegittimazione e un’offesa verso la religione cristiana. Non è una caso che l’ambientalismo radicale voglia sostituirsi alle religioni tradizionali diventando esso stesso una religione laica e assumendo perciò un carattere dogmatico che non accetta siano messi in discussione i suoi dettami. Peraltro interrompere una funzione religione costituisce un reato come recita l’articolo 405 del Codice penale: «Chiunque impedisce o turba l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa () è punito con la reclusione fino a due anni».
Come se non bastasse, sempre ieri a Napoli gli ambientalisti radicali hanno fatto irruzione durante un convegno di Coldiretti in cui intervenivano i parlamentari Gerolamo Cangiano e Marco Cerreto e, solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine, si è potuto svolgere l’evento. In tal senso colpisce l’iniziativa del sindaco di Fiumicino Mario Baccini che ha invitato i dodici attivisti di Ultima Generazione che nei giorni scorsi avevano bloccato la carreggiata sud dell’autostrada Civitavecchia-Roma ad «aprire un tavolo di discussione presso la nostra sede comunale, per comprendere quali possano essere le buone pratiche sostenibili e condivisibili per la difesa e conservazione del nostro habitat».
Elevare gli ecovandali al ruolo di interlocutori, tanto da un punto di vista religioso quanto politico, rischia di legittimare le loro azioni abdicando alla necessaria ricerca di un ecologismo alternativo di stampo conservatore e liberale di cui si sente sempre più il bisogno.