Alfa Romeo Giulietta, la berlina dal cuneo sportivo

Alfa Romeo Giulietta, la berlina dal cuneo sportivo

Siamo nel 1977 anno durante il quale l’Alfa Romeo presenta al mondo la sua nuova creatura: la Giulietta. Un nome che ritorna, un remake che riporta nel listino della Casa di Arese una vera e propria icona del passato. La prima divenne la “fidanzata d’Italia”, mentre la nuova ha il difficile compito di sostituire un’autentica dominatrice della scena, che per oltre un decennio ha incantato le strade: la Giulia. Il Biscione, poi, ha vissuto una rivoluzione intestina, perché nel frattempo il presidente Giuseppe Luraghi è stato defenestrato dopo alcuni dissidi con l’IRI, detentrice del prestigioso marchio italiano. Insomma, il momento storico è abbastanza critico, perché dopo aver superato la crisi petrolifera e aver lottato coi sindacati, adesso bisogna fare centro con la nuova berlina compatta. La presentazione dell’Alfa Romeo Giulietta (116) avviene a Taormina, in uno scenario incantevole. Sarà l’aria marittima, o l’immensa cultura che si respira in quella lingua di terra, ma la nuova creatura del Biscione riuscirà nella sua impresa.

Il cuneo sportivo si fa strada

La nuova Giulietta è una berlina cattiva e aggressiva, che si sviluppa seguendo uno stile preciso, quello a cuneo. Quest’ultimo è contraddistinto da un frontale basso e da un posteriore con la coda alta e corta. L’architetto Ermanno Cressoni, capo del design, è l’artefice della chiave di svolta. La sua matita è quella che dipinge la silhouette di questo diavolo su quattro ruote, che diventa ben presto un esempio da seguire anche tra la concorrenza. Per taluni, infatti, il cuneo diventa addirittura l’archetipo della sportività a quattro ruote. Il risultato conferisce alla vettura una presenza su strada molto arrembante, con il musetto che sembra voler mangiare l’asfalto, mentre il posteriore è utile a bilanciare una struttura votata all’assalto. Oddio, non convince proprio tutti quanti la soluzione applicata al retro, ma il dado è tratto e il nuovo corso è pronto a raccogliere i frutti.

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In un amen, la Giulietta del ’77 diventa il “Cuneo Sportivo“, un nomignolo che piace e che l’Alfa Romeo sfrutterà anche per la campagna pubblicitaria che deve proiettare la nuova tre volumi in cima alle preferenze degli italiani, e non solo. Oltre all’abito perfettamente calzante, la Giulietta abbina sotto alla scocca la raffinata meccanica dell’Alfetta, la più nobile “sorella maggiore”. Il successo è garantito. Inoltre, gli interni sono razionali, moderni e ben assemblati. Le plastiche sono ottime e si percepisce un buon passo in avanti rispetto alla vecchia Giulia.

Meccanica sopraffina

Nel listino dell’Alfa la Giulietta si colloca in un gradino inferiore rispetto alla Giulietta, eppure ne condivide la meccanica. Questo la rende veramente speciale all’interno del suo segmento di riferimento. Entrando nel dettaglio, il mitico cuneo di Cressoni dispone dello schema transaxle, che prevede cambio, differenziale e freni a disco in-board riuniti in un unico blocco sospeso alla scocca al posteriore, oltre ad avere sospensioni a quadrilateri con barre di torsione all’anteriore, ponte De Dion a triangolo chiuso e parallelogramma di Watt al posteriore.

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Al debutto, il comparto motori è composto dal 1.3 litri da 95 CV e dal 1.6 da 109 CV. Due anni più tardi, il parterre si arricchisce con la versione 1.8 da 122 CV, mentre nel 1980 tocca al 2.0 “Super” da 130 CV. Nel 1983, quando la Giulietta ha già festeggiato un restyling, arriva il turbodiesel da 2.0 litri e 82 CV. Quando si prova su strada la Giulietta incanta per brillantezza, tenuta ed emozioni da snocciolare a chi si trova al posto di comando con il volante ben saldo tra le mani. Questa è un’Alfa a tutti gli effetti e si intuisce fin dal momento in cui si gira la chiave nel blocchetto d’accensione.

Alfa Romeo Giulietta, un dolce addio

La linea temporale dell’Alfa Romeo Giulietta si interrompe nel 1985, in un anno di totale rinnovamento per il Biscione. Dopo tre versioni di serie, e la mitica Turbodelta che merita un capitolo a parte, il contatore di vendite interrompe la propria corsa furiosa a 379.691 esemplari. Un ottimo successo. In qualche modo la sua anima continuerà a resistere ancora un po’, venendo trapiantata nella sua erede: la 75. Quest’ultima erediterà in blocco la meccanica e la scocca della Giulietta, ma grazie a un grande lavoro stilistico sarà in grado di ottenere un consenso ancor più fragoroso. Misteri della fede, magia tutta Alfa.

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