Se le corna in Spagna non sanno di corrida. Il sedicente amante inguaia la regina Letizia

Se le corna in Spagna non sanno di corrida. Il sedicente amante inguaia la regina Letizia

Noi illusi, pensavamo che in fatto di tradimenti non ci fossero altro che i Windsor. Niente affatto, ultime notizie provengono dalla Spagna dove a parlare di corna vengono in mente i tori ed effettivamente qui si potrebbe ipotizzare una corrida nella casa regnante. Riassunto della commedia con le nacchere: Jaime del Burgo è un imprenditore, avvocato e di anni cinquantatré, dicono che abbia avuto molte donne e che lui medesimo garbi parecchio alle stesse. Undici anni fa conquistò el corazon di Telma Ortiz in quanto cognata di Filippo VI, appunto la Telma è la sorella di donna Letizia regina e don Jaime è stato anche testimone di nozze della stessa. Telam e Jaime divorziarono dopo quattro anni di amore contestato e distrazioni varie. Un amico della comitiva, Jaime Penafiel, ha approfittato di pettegolezzi e voci di corte per scrivere un libro (Letizia y yo, Letizia e io) nel quale racconta di tutto, compresa una strana storia tra l’ex re Juan Carlos e la principessa Diana, clandestini a Mallorca e varie tappe della relazione tra Jaime e Letizia, dal duemila al duemila e sedici con varie pause e remontade. Jaime del Burgo ha twittato e inviato mail di ogni tipo alla sua amata, segnalo il seguente: «Amore, indosso la tua pashmina. È come sentirti al mio fianco. Si prende cura di me. Mi protegge».

A pensarci bene è un passo in avanti rispetto al dialogo telefonico tra il principe Carlo e la signora Camilla: «Oh, Dio, vorrei vivere nei tuoi pantaloni» mormorò il figlio di Elisabetta II; la futura consorte regina: «In cosa ti trasformeresti? In un paio di mutande?» e l’erede al trono: «Oppure, Dio non voglia, in un tampax. Che fortuna!». Testi da trapper e rapper, ma noblesse oblige, a sovrani e affini ciò è consentito.

Del resto ieri a Milano, che cosa è andato in scena nella prima della Scala? Il Don Carlo di Giuseppe Verdi, opera la cui trama coinvolge un Filippo re di Spagna, il figlio Carlos, la bella Elisabetta, figlia del re di Francia, che però è stata promessa sposa appunto al padre. Tormenti, dolori, tragedia. Va da sé che il tema del patriarcato non era affrontato nella storia di metà Cinquecento e nemmeno nell’opera verdiana, epperò, tornando alle beghe contemporanee, don Jaime recita un ruolo adatto al Gran Hermano (il Grande Fratello sulle reti televisive spagnole) ma risulta essere un Gran Cunado, capace di creare seri turbamenti tra i regnanti e di sollevare la libidine del popolo spagnolo. Lo stesso Jaime del Burgo sarebbe in possesso di un album di fotografie compromettenti ed è partita l’asta per accaparrarsi il materiale esplosivo. L’illustre accuserebbe Letizia di non essere critica nei confronti del governo Sánchez, anzi di essere addirittura «Sanchista», con posizioni alla sinistra di don Pedro. Un romanzone per il quale si prevedono fiction e ospitate televisive. La Casa Reale non commenta, il libro di Penafiel balza in testa alle vendite, qualcuno spera che, come nel don Carlo di Verdi, alla fine don Jaime venga trascinato in cielo, tra ovaciones del popolo e lacrime di palazzo.

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