È trascorso un anno esatto dall’esplosione di quella inchiesta giudiziaria partita Bruxelles che ha fatto tremare l’Europa: il Qatargate fu infatti quello scandalo circoscritto nell’ambito dell’inchiesta per sospetta corruzione, volta a influenzare i processi decisionali delle istituzioni Ue, e riciclaggio di denaro. Nel dicembre 2022 si scoprì che alcuni europarlamentari e lobbisti avevano ricevuto – stando alle carte dell’accusa – denaro e regalie in cambio della difesa degli interessi del Qatar. Tra queste spiccò il nome di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo poi costretta alla rimozione dal suo incarico dopo il suo arresto. Ora l’esponente politica greca urla tutta la propria innocenza.
Kaili: “Ho avuto paura”
“Contro di me sono stati usati metodi scorretti“, dichiara in un’intervista al Tg1 Kaili, secondo la quale “il vero scandalo è stata la detenzione preventiva per estorcere confessioni“. L’ex militante del Movimento Socialista Panellenico (PASOK) difende il proprio operato affermando di avere “letto i dossier degli 007” e che “sul denaro non c’erano le mie impronte, i servizi segreti sono arrivati alla conclusione che non sono coinvolta“. Eva Kaili poi racconta ulteriormente: “In prigione ho vissuto in condizioni degradanti“.
Non solo, ma aggiunge di avere avuto paura “come donna e come madre“, con la “minaccia che mia figlia fosse presa sotto custodia dei servizi sociali, sono stata lontana da lei quattro mesi“. In particolare l’ex vicepresidente dell’Europarlamento ritorna con la mente a quel 9 dicembre di un anno fa, soprattutto dopo essere stata al corrente della detenzione dell’eurodeputato del Partito Democratico Antonio Panzeri: “Quel venerdì mattina ho letto le notizie dell’arresto di Panzeri. Ho realizzato che a casa mia c’era una sua borsa di Panzeri che aveva portato perché a casa sua c’erano lavori di ristrutturazione“. Kaili rimane completamente sotto choc e chiede a suo padre di allontanare la borsa: “Non so quanti soldi ci fossero dentro“.
Lo sviluppo del Qatargate
La donna finirà quindi accusata di fare parte di un ipotetico sistema di corruzione al parlamento europeo legato a Qatar e Marocco che faceva capo proprio ad Antonio Panzeri. Lui era stato arrestato 364 giorni fa, insieme al suo braccio destro Francesco Giorgi, compagno della stessa Eva Kaili. Tutti loro vennero arrestati in flagrante con borse piene di contanti per un milione e mezzo di euro. Per loro il pugno duro del giudice Michel Claise – costretto a lasciare l’inchiesta per via di un conflitto di interesse di suo figlio – con una detenzione preventiva durata mesi anche per il responsabile della ong “No Peace Without Justice”, Niccolò Figà-Talamanca, e per i due eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella tirati in ballo dall’ex collega e amico Panzeri. Quest’ultimo patteggerà con la giustizia belga una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni e ora è in libertà.