La sinistra italiana compie l’ennesima impresa: riuscire a litigare anche dove, ironia della sorte, riesce a strappare una delle pochissime vittorie al centrodestra. Il “modello Foggia”, l’unica vittoria delle ultime amministrative autunnali per Schlein e soci, diventa l’ennesimo terreno di scontro per il campo largo. Le accuse incrociate tra dem e grillini, riprese dal quotidiano La Repubblica, si traducono nell’ennesima figuraccia per la gauche nostrana.
Il “modello Foggia” in crisi
L’errore, come spesso accade, non arriva solo dalla politica. La sinistra mediatica, capitanata dai quotidiani d’area progressisti, aveva esaltato allo sfinimento il cosiddetto “modello Foggia”. Un’accozzaglia, dal Movimento 5stelle al Pd passando per i centristi di Azione e Italia Viva, che era riuscita a vincere tra le innumerevoli sconfitte rimediate da Schlein e compagni. E così, dopo mesi passati ad esaltare il modello pugliese della sinistra, l’unica vittoria del campo largo rischia di essere solo un vago ricordo. La lite per le poltrone tra dem e grillini sembra sovrastare il successo politico.
La sindaca di Foggia eletta a fine ottobre dal centrosinistra, la grillina Maria Ida Episcopo, deve affrontare le solite divisioni giallo-rosse. Il Movimento 5stelle, conferma l’europarlamentare Mario Furone “chiede tre caselle in giunta” e assicura che le trattative “sono in atto”. In palio ci sono le deleghe di peso come lavori pubblici e urbanistica. Il messaggio grillino è chiaro e ha un solo indirizzo: la sede del Partito democratico. “Se gli alleati hanno intenzione di ridimensionare il movimento, lo stesso non sarà presente alle prossime elezioni provinciali a Foggia e alle amministrative nei comuni della provincia”.
Il campo largo si divide
Una guerra di poltrone acuita dalla posizione della stessa sindaca che non si “conteggia” in quota 5stelle.“Non lo sono – conferma Episcopo – ma sono una convinta giallo-rossa”. Una sfumatura politica che si trasforma in un nodo amministrativo: questa distinzione ha infatti autorizzato i grillini a rivendicare il vicesindaco e due assessori. Un messaggio per nulla distensivo nei confronti del Pd di Elly Schlein. “C’è stato qualche mal di pancia – ammette anche la sindaca – relativo più che altro a oscillazioni di deleghe, ma nessuno ha alzato mai la voce”.
Tra le fibrillazioni politiche rimane da sciogliere anche un nodo giudiziario: anche se la sindaca promette serenità pende un ricorso per un presunto vizio di forma nella dichiarazione di incompatibilità dal ruolo di dirigente dell’ufficio scolastico provinciale. Tralasciando le questioni giudiziarie, tutte da risolvere nelle sedi opportune, rimane un gigantesco e fallimentare problema politico. Il campo largo di Schlein e Conte, diviso su tutto in Parlamento tranne sulla bandierina ideologica del salario minimo, non riesce a governare sul territorio. Questa, in fondo, è la strutturale differenza tra la sinistra e la destra di questo Paese.