Due estintori in azione. Fango misto a liquido contro le pietre e la storia di San Marco. Uno sfregio alla basilica che è un pezzo della civiltà italiana. Ultima Generazione firma il blitz, l’ennesimo nel nome dell’emergenza cambiamento climatico, e provoca reazioni sdegnate a raffica. «È un gesto vile è inqualificabile quello posto in essere a Venezia – afferma il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano – . Il Senato ha approvato il disegno di legge che punisce gli eco-vandali costringendoli a pagare di tasca propria il ripristino delle opere. Attendiamo il via libero definitivo della Camera».
I sei dimostranti arrivano al mattino ed entrano in azione sconvolgendo i turisti: qualcuno se la prende con gli imbrattatori che definiscono la loro azione «un allarme antincendio». Ma c’è anche una signora francese con la figlia che passa dall’altra parte della barricata e prende fra le mani uno degli striscioni esibiti dagli attivisti. Insomma, si schiera con i ribelli. Qualche minuto e gli agenti della Digos portano tutti in questura.
Ormai Ultima Generazione non è più una sorpresa: le provocazioni si susseguono, sempre con l’obiettivo di tutelare il clima. «Venezia a breve sarà sott’acqua, non ci sarà più niente di tutto questo – spiega uno dei sei-. Sarà coperta dal fango e moriremo».
Parole apocalittiche cui si uniscono richieste economiche astronomiche: «Venezia è condannata – aggiunge il portavoce del gruppo, subito tradotto in inglese perché la piazza è una vetrina internazionale – serve un fondo di riparazione». Fondo riparazione, si legge su uno striscione rosso srotolato per l’occasione.Le stime sono sui 20 miliardi di euro, ribadite da Ultima Generazione fra un flash mob e una manifestazione.
Ma non sono le cifre il problema: il punto è l’offesa alla civiltà per salvaguardare gli equilibri della natura. Pochi giorni fa gli imbrattatori hanno colpito l’Arco della Pace a Milano e tutti hanno ancora negli occhi la corsa a perdifiato del sindaco di Firenze Dario Nardella per fermare un vandalo che stava sporcando la facciata di Palazzo Vecchio.
«Rispetto al massimo le proteste democratiche di tutti, ci mancherebbe – afferma il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia – .Ma da qui ad imbrattare San Marco piuttosto che altri edifici direi anche no. Basti pensare che ci sarà un peggioramento del clima, perché ci sarà più emissione di Co2. Qualcuno metterà in moto delle auto per mandare gli operai a pulire. Mi sembra un controsenso».
Altrettanto netto il presidente del Cnel Renato Brunetta, veneziano doc: «No al teppismo e allo sfregio del patrimonio artistico. Per questo l’azione degli attivisti per il clima va condannata senza attenuanti e i responsabili adeguatamente puniti».
Per la cronaca, a proposito delle sanzioni, gli attivisti prima di essere portati via di peso, hanno mostrato le foto dei 12 «colleghi» romani che il 4 dicembre scorso avevano bloccato l’autostrada nei pressi di Fiumicino e per questo erano rimasti in carcere tre giorni. Esempi da seguire, dunque, se non piccoli martiri. Suggestioni, lontanissime però da una desolante realtà.