Guido Crosetto è un ottimo ministro della Difesa e una brava persona. Punto. È che come tutte le persone di carattere ha un pessimo carattere aggravato dal fatto che da oltre un anno vive in un mondo, quello del potere reale, dove l’intrigo, il trabocchetto e il doppiogiochismo sono all’ordine del giorno. Così succede che interpreta il nostro titolo di ieri come un agguato e dà letteralmente fuori di testa, tipo dilettante allo sbaraglio. Il titolo era: «Inchiesta su Crosetto», sintesi in effetti estrema – me ne assumo tutta la responsabilità – della notizia che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto una inchiesta, al momento contro ignoti, sulle frasi che Crosetto, come si evince chiaramente dal nostro articolo, affidò giorni fa al Corriere della Sera circa un presunto complotto di una parte della magistratura contro il governo.
Crosetto è stato ascoltato dai magistrati per oltre un’ora, non sappiamo che cosa abbia detto né che piega sta prendendo l’inchiesta, non sappiamo insomma se Crosetto l’ha sparata grossa, se il Corriere ha travisato il suo pensiero (come lui ha sostenuto pur non querelando) o se ci sono elementi concreti. Bene, Crosetto non è che ci ha chiamato per lamentarsi o chieder spiegazioni di quella sintesi. No, ha diramato una nota in cui annuncia querela e ipotizza che il Giornale abbia dei mandanti che ce l’hanno con lui. In quanto ai mandanti tranquillizzo il ministro: né io, né la redazione, tantomeno l’editore è al servizio di qualcuno e il solo ipotizzarlo, oltre che sintomo di scarsa lucidità è, questo sì, da querela (aggiungo che personalmente sono bravissimo a sbagliare da solo). In quanto alla querela, beh è la conferma che il potere rende arroganti, ma soprattutto irriconoscenti che è cosa assai più grave.
Non pretendiamo che il ministro ci ringrazi per essere stati al suo fianco quando, direi spesso, è stato bersaglio di attacchi, anche personali, di ogni genere (lo abbiamo fatto convintamente, anche in questi casi senza mandanti), ma almeno rimanga agli atti che non siamo strumenti di nessun complotto. Faccia pure, il ministro, tutte le querele che vuole, ne ha diritto (non siamo piangina come Saviano) ma scenda tra noi mortali non infallibili, ne va del prestigio dello Stato e della sua salute.