L’indagine della procura di Roma in merito ai bilanci della scorsa gestione della Regione Lazio ha restituito i primi risultati, con l’iscrizione nel registro degli indagati delle prime otto persone. Nelle ore in cui il governatore Francesco Rocca, subentrante a Nicola Zingaretti, annunciava il bilancio previsionale 2024-2026, con l’appianamento del debito di 22 miliardi che la Regione si trascinava da anni, come riferisce il Fatto quotidiano, gli uomini della Guardia di finanza del Nucleo Pef di Roma notificavano l’avviso di garanzia ai direttori ed ex direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere del Lazio.
Tutti gli indagati risultano essere stati nominati con le tornate del 2017 e del 2020 dall’allora presidente della Regione Zingaretti e dal suo assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Al momento sono entrambi estranei alla vicenda. Agli otto viene contestato il reato di falso in quanto, secondo il pm Carlo Villani, le diverse ASL avrebbero approvato note di credito inesatte in modo da trasmettere all’esterno una situazione finanziaria meno complicata di quella che, in realtà, esisteva. Quelle stesse note, utilizzate dai contabili della Regione e, in un secondo momento, del ministero dell’Economia hanno permesso alla Regione Lazio di uscire nel 2020 dal commissariamento del 2008.
Quando la Regione è stata commissariata, il deficit ammontava a circa 10 miliardi di euro e di questi, circa il 10% era rappresentato dalle note di credito che la procura ora contesta. Il danno arrecato è evidente: dalle ASL è partita un’informazione scorretta che ha tratto in errore tutte le istituzioni successive deputate al controllo. Gli ispettori sanitari sospettano che ci siano oltre 900milioni di euro di crediti sanitari senza giustificativi, riconducibili a quelle note contestate. I due terzi sarebbero ante-2018. È facilmente comprensibile il caos che ha trovato la nuova amministrazione al nuovo insediamento, con i conti completamente disordinati e impossibili da far quadrare, tanto che la Corte dei Conti non ha potuto effettuare la parificazione nel 2022.
Durante la presentazione del bilancio previsionale 2024-2026, il presidente Rocca ha confermato che i bilanci delle ASL non verranno chiusi “fino a quando non faremo le verifiche dovute affinché possa emergere il dato contabile chiaro“. Proprio a causa di questi disordini, prosegue il governatore, “nel 2023 abbiamo pagato un prezzo alto sulla sanità. Io sono molto positivo sui numeri, ci sono dei segnali molto forti per quanto riguarda l’esposizione finanziaria e quindi sono ottimista“. La posizione di Rocca è irremovibile e il governatore ha assicurato che “Non ci saranno sconti per nessuno“, anche perché lui non più disposto “a pagare questo tentativo di qualcuno di manipolare ciò che è avvenuto in termini finanziari nel passato“.