“Chemical vagaries”, ovvero capricci della chimica, sono l’appellativo con cui l’artista X-Max, al secolo Massimo Cavuoto, da anni costella le sue opere; un mondo di allucinazioni, percezioni di realtà parallele, mondi paralleli, reali e immaginari popolati da figure “aliene” che provengono da un disturbo della personalità di cui ha sofferto fin da ragazzo e che rappresentano i soggetti delle sue opere. In questi giorni, le sue immagini fantasmagoriche ottenute dalla rielaborazione in photoshop di soggetti estrapolati dal mondo dei media e della società dello star system, sono esposte in una mostra personale negli spazi della galleria «In Arte Vesuvio» di Napoli. La mostra, che segue altre esposizioni pubbliche dell’artista napoletano, come quella del PAN, di Castel dell’Ovo e di Casina Pompeiana, affronta un tema oggi di estrema attualità: la violenza sulle donne. “Woman World” è il titolo del progetto con cui l’artista rielabora celebri icone del Femminile, come la Venere di Botticelli o la divina Callas, popolandole dei fantasmi partoriti dalla sua mente durante le crisi allucinatorie.
E’ dalla metà dell’Ottocento che la psichiatria si interessa dell’arte e viceversa, una liason che ha toccato le sue punte più alte negli anni Trenta, quando i surrealisti esplorarono il mondo dell’inconscio e del rimosso rappresentandolo sulla tela e eleggendo «»l’art des fous a una dignità consacrata e riconosciuta dall’empireo della critica. Dieci anni più tardi fu Jean Dubuffet, il padre della cosiddetta Art Brut a dare forma a un’arte in cui il mondo psichico diventava sovrano e spogliato di ogni convenzione estetica.
Nella nuova mostra di X-Max, in tutto 29 opere inedite, la follia è quella generata dalla stagione del femminicidio che si origina spesso dall’inadeguatezza a gestire le pulsioni e l’affettività. “E’ la denuncia – dice l’artista – all’irresponsabile reazione dell’uomo che offendendo con violenza il mondo femminile, agisce in modo decadente con le energie del cosmo”. L’artista passa poi a descrivere la propria arte contrassegnata dai sedimenti di un immaginario contaminato dalla passata psicosi: “Dal Sole ai pianeti, rappresenta chi e cosa ci circonda invisibile, e plasma silente le nostre vite, le scelte, la chimica, reso in immagini nate da allucinazioni, percezioni di realtà parallele che generano una fantasiosa interpretazione del panorama dei terrestri, fuori dalla realtà consueta, tesa ad ispirare l’elezione futura di chi non ne è mai uscito”.