In Francia tornano uniformi e bocciature: la linea dura di Macron sulla scuola

In Francia tornano uniformi e bocciature: la linea dura di Macron sulla scuola

La Francia inizia la sperimentazione su un uso “uniforme a scuola”. Ad annunciarlo Il ministro francese dell’Istruzione, Gabriel Attal che intende dare il via entro le feste di fine anno a questa “vasta sperimentazione”. Il declino della scuola francese è da anni il segno più profondo del declino generale della Francia, lo specchio di una società profondamente lacerata. Problemi a cui sta cercando di porre rimedio, almeno in parte, Gabriel Attal, ministro dell’Educazione Nazionale e della Gioventù dal 20 luglio 2023, che con la sua “rivoluzione scolastica” ha sicuramente un occhio che guarda anche alla successione “macroniana” del 2027, visto che dopo due mandati l’attuale presidente non potrà ricandidarsi.

Le proposte

Attal ha annunciato che l’esame di terza media tornerà a essere serio e indispensabile per accedere al liceo (oggi il 10% degli allievi non lo supera ma può iscriversi comunque) e che in tutte le classi i professori avranno la raccomandazione di bocciare gli allievi troppo indietro, perché: “meglio ripetere l’anno e sistemare le lacune che portarsele dietro per tutto il percorso scolastico“. Inoltre in quella che in Francia viene chiamato collège e che per noi è la scuola media, all’interno di ogni classe i ragazzi verranno divisi in tre gruppi a seconda del loro livello.

Lo scopo che guarda al futuro

La “sua” scuola dovrà essere: “più esigente” anche a costo di bocciare di più: “Il tasso di successo diminuirà nei prossimi anni. Ne sono consapevole e lo accetto. È il prezzo che dobbiamo pagare per aumentare il livello dei nostri alunni al collège“, ha spiegato. Gli sforzi della riforma annunciata proprio il giorno della diffusione dell’atteso rapporto Pisa dell’Ocse, saranno incentrati soprattutto sulle scuole medie (collège) anche visti i risultati “molto deludenti” del rapporto, che vede i livelli più bassi da decenni, negli studenti francesi soprattutto in tre materie fondamentali: matematica, comprensione del testo e scienze. In matematica, in particolare, il rendimento degli alunni francesi è sceso di 21 punti dal 2018 a oggi. Si tratta del più grande calo osservato dal primo studio Pisa che risale a oltre vent’anni fa.

Un risultato che sottolinea anche le profonde disuguaglianze che lacerano dall’interno il Paese a cui, secondo Attal, la risposta più giusta è questa riforma atta a fare tabula rasa, piuttosto che accontentarsi di scarsi livelli di istruzione. Si capovolge anche il concetto, ben noto non solo in Francia c’è da dire, che siano i genitori ad avere l’ultima parola sul rendimento, ora per lui saranno gli insegnanti ad averla e gli studenti che incontreranno difficoltà dovranno ripetere l’anno o avere una sorta di promozione condizionata ad un sostegno da seguire per l’anno successivo.

Le classi divise in gruppi

Come accennato, un’altra misura, che farà sicuramente storcere il naso a molti, è quella della creazioni di classi alle medie, con diversi gruppi di livello in francese e matematica. Quelli più “deboli” saranno sostenuti da ulteriori insegnanti con l’obiettivo: “di avere gruppi che si adattino al livello di ciascun alunno” spiega ancora Attal. Per questo ci saranno “test di posizionamento da effettuare all’inizio dell’anno, che potranno salire o scendere di gruppo in base agli obiettivi raggiunti“.

Questo perché: “Lasciare alunni di livello diverso nella stessa classe condanna alcuni alla stagnazione e impedisce ad altri di prendere il volo – spiega – e mi assumo la responsabilità di correggere ciò che non funziona più”.

Le critiche politiche

Come era auspicabile non tutti hanno accolto con favore le sue proposte, che sono state fortemente criticate soprattutto dalla sinistra. Benoît Hamon e Najat Vallaud-Belkacem ad esempio, hanno risposto con toni molto aspri: “Gli alunni svantaggiati hanno una probabilità dieci volte maggiore rispetto ai privilegiati di avere i risultati peggiori in matematica. È una questione di equità. Il nostro sistema sarà in grado di ripristinare l’equità solo se impareremo a gestire l’eterogeneità delle classi. Ecco perché le risposte offerte dall’attuale Ministro, che consistono nel reintrodurre la selezione sociale, non sono all’altezza del compito“, ha raccontato Najat Vallaud-Belkacem su France Inter.

A lui si unisce Benoît Hamon: “A partire dalla prima media ci saranno alunni in cantina, alunni al piano terra e alunni al primo piano. E coloro che sono designati per partire dalla cantina ci resteranno fino alla fine. In un sistema che è già ultra-elitario questa misura volta le spalle alla missione fondamentale della scuola“.

La risposta di Attal e la soddisfazione della destra

Pensate che un alunno oggi in grande difficoltà non si senta già stigmatizzato? In generale, chi ha problemi non osa nemmeno fare domande in classe, proprio perché ha più difficoltà. Non dobbiamo rassegnarci a questa situazione. I ragazzi che sono indietro saranno raggruppati e verrà detto loro che non è grave, l’importante è lavorare e migliorare di livello“, ha risposto Attal alle critiche.

Grande soddisfazione a destra dove Attal ha trovato grandi consensi: “Va nella giusta direzione, dobbiamo ricostruire completamente la scuola della Repubblica attraverso l’autorità e la conoscenza” dice il leader dei Républicains Éric Ciotti. E ancora Il sindaco di Cannes, David Lisnard, si spinge ancora oltre criticando aspramente i : “quarant’anni di logica egualitaria e di politiche educative neomarxiste“.

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