La geniale risposta di Meloni, Sala patetico teatrino e Lucarelli: quindi, oggi…

Meloni vuole portare il centrodestra italiano a governare la Ue. "È lo stesso perimetro"

Carlo Calenda lamenta di venire censurato da La Stampa e Repubblica, giornali del gruppo Gedi, di proprietà degli Elkann, da quando ha denunciato le mancate promesse di Stellantis e Magneti Marelli sulla produzione in Italia. Ha un po’ ragione e un po’ torto. È vero che Azione viene ormai pedissequamente ignorata, ma è anche vero che prima Calenda era un tantino over esposto rispetto al suo 3%. Resta comunque un principio sacrosanto: per trenta anni si sono lamentati di presunti conflitti di interesse tra aziende e giornali, ma adesso tacciono. Il che dovrebbe un tantino indignare i colleghi di Rep.

Joe Biden ammette che, se non dovesse cercare di evitare la rielezione di Donald Trump, allora se ne andrebbe amabilmente in pensione. Non capisco perché lo abbia detto, visto che non pare una grande strategia comunicativa. Metà degli americani (e forse più) ritiene che a 81 anni sia troppo vecchio, e un tantino acciaccato, per affrontare altri 4 anni di presidenza. Ammettere di essere stanco e pronto a godersi la pensione, tipo umarpll al cantiere, non mi pare essere una mossa capace di mobilitare gli elettori a votarlo.

– Qualche ragione stavolta Travaglio ce l’ha. Sul gioielliere che ha ucciso due banditi spiega perché secondo lui non fu né legittima né difesa. E, al netto dei condizionamenti psicologici, delle botte subite in passato, della paura e di tutto il resto, quello del direttore è tutto sommato un discorso che regge. Ma la vera domanda è: perché un pezzo degli italiani sta con Roggero? Risposta: perché manca la certezza della pena. Se le condanne per rapine, furti, occupazioni abusive, spaccio eccetera eccetera finiscono col non essere mai applicate fino in fondo, se pure uno come Cesare Battisti può chiedere i permessi premio, è normale che poi si finisca col tifare chi si fa giustizia da solo. Anche al più santo dei santi vien da dire: se la sono cercata.

– Il balletto sui posti per del palco reale alla Scala è stato oggettivamente imbarazzante. Non so cosa abbia spinto Beppe Sala a far partire questo teatrino ignobile. Né è chiaro se Liliana Segre sia finita nel calderone contro la sua volontà o meno. Ma sinceramente non si capisce cosa abbia di “politico”, come rivendica il sindaco, sedersi al fianco alla senatrice. Sembra solo un modo per collezionare un selfie. Imbarazzante.

– Lettera di Matteo Salvini al Corriere per spiegare i motivi della sua riunione dei sovranisti a Firenze in vista delle elezioni europee. Il discorso è semplice e ha una sua logica politica: non si possono ignorare partiti che hanno il 30% in Francia, che sono il primo partito in Olanda o che raccolgono ampi consensi in Austria. E tantomeno si può ignorare un partito di governo come la Lega. Il Carroccio, piuttosto, potrebbe fare da normalizzatore di queste istanze, potrebbe aiutare a portarle in Europa garantendo rispetto istituzionale e facendo da “cane da guardia” alle tante euroscemenze che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Far finta che i Le Pen, i Wilders o i Salvini non esistano, così come i loro elettori, finirà solo per ingrossare le fila degli euroscettici. La cosa migliore sarebbe includerli nel dibattito politico, non respingerli a priori.

– I dati Ocse dicono che le ragazze sono più indietro ai ragazzi in matematica. Almeno in Italia. Ero convinto del contrario, invece i dati mi smentiscono. Di chi è la colpa? Della preparazione? Delle inclinazioni personali? Del divario Nord Sud? No: secondo una ricercatrice del Gran Sasso la colpa sarebbe degli “stereotipi di genere”. Ma perché? Avete forse mai sentito un professore a scuola che invita le ragazze a studiare di più latino e meno le frazioni?

– Al festival del patetico si iscrivono anche Anpi e Cgil che non vogliono incontrare La Russa alla Scala. Che barba: siamo ancora alla storia del “deve dichiararsi antifascista”. La verità è che ritenete le istituzioni “cosa vostra” e non accettate che sia stata “usurpata” dal volere popolare. La seconda carica dello Stato la si rispetta chiunque venga nominato a presiederla. Breve lezione di democrazia ai partigiani.

– Secondo Ugo De Siervo, ex presidente della Corte Costituzionale, “sorge naturale il dubbio se un ‘premierato’ come quello proposto” da Meloni “sia davvero compatibile con una democrazia parlamentare fondata sull’elettorato popolare”. E non è uno scherzo. Secondo l’illustre studioso, a cui non siamo degni neppure di slacciare i sandali dei piedi, far eleggere il premier dagli elettori (come fanno in altri democraticissimi Stati) non sarebbe democratico. E ci credono pure.

– Ps: Ugo de Siervo è stato nominato alla Consulta dal parlamento nel 2002 su indicazione del centrosinistra. Questa informazione, forse, andrebbe data quando si riportano notizie del genere presentando i suddetti come espertoni.

– Ebbene sì, pensavamo che lo Spelacchio romano fosse il peggior albero della storia. Invece stavolta Milano riesce a fare di peggio, con un abete farlocca composto da sessantotto gif box. Molto trendy, ma orripilante.

– Questa rubrica deve redarguire Giorgia Meloni (sai che gliene fregherà a lei…) al pari di quanto fatto alcuni mesi fa con la compagna di vita di Elly Schlein (la parità, la parità!). Quando infatti la leader del Pd venne pizzicata con la fidanzata di cui vennero resi noti nome, cognome, attività e ogni altro dettaglio, scrivemmo che diventare la compagna di un politico espone inevitabilmente ad una maggiore attenzione pubblica. Almeno all’inizio, giusto per soddisfare un minimo curiosità perché poi le cose – come in effetti è successo – si affievoliscono. Se questo vale per la fidanzata di Elly, figuratevi per il compagno del premier (Andrea Giambruno) e per la vita dello stesso presidente del Consiglio. Dunque ci sta che Meloni faccia notare di come la sua vita sia stata gettata “in piazza” e se ne sia “discusso senza pietà”. Ma non può essere un lamento. L’unico modo per reagire, come dice la stessa premier, è “mettere l’elmetto in testa e combattere”. Altrimenti è sempre lecito scegliere un altro mestiere.

– Su una cosa il premier però ha ragione: avessero trattato così un’altra leader donna, oggi saremmo ancora invischiati in un lungo dibattito sulla cultura patriarcale.

– A Torino il Fuan tenta distribuire volantini, e come al solito, i centri sociali cercano di impedirlo. Visto che la libertà di azione politica è garantita anche “ai neofascisti”, come li chiamano loro, la polizia ne difende i diritti costituzionali e ci scappano le manganellate. Trovo aberrante leggere l’intervista ad una docente dell’Università torinese affermare il seguente principio: “È inammissibile che ci siano interventi di questo tipo delle forze dell’ordine per proteggere il volantinaggio del Fuan…”. Il che significa che secondo una prof (pagata da noi) gli agenti non dovrebbero proteggere il sacrosanto diritto degli studenti di destra di diffondere le proprie idee. Notare: la docente in questione insegna diritto costituzionale. Annamo bene.

– Ps: leggersi la cronaca, please. I ragazzi del Fuan andavano a un volantinaggio e gli antifascisti “hanno tirato contro di loro due lattine di Coca-Cola, uova, tranci di pizza”. Poi sono tornati in 150 per impedire ai 10 sfortunati “destri” di proseguire la loro attività. Inoltre il “presidio antifascista” è stato “improvvisato”, dunque non era autorizzato; mentre quelli del Fuan avevano regolarmente preavvisato le autorità. Vi è chiaro?

– Durante l’intervista con Rtl 102.5, a Meloni fanno notare che il Time l’ha eletta quarta donna più potente del mondo. Lei risponde: “Pensa tu come siamo messi”. Geniale.

Selvaggia Lucarelli si lamenta per la facilità con cui gli agenti avrebbero caricato gli studenti. “Questa storia che la polizia a Torino usi costantemente i manganelli deve finire. O aspettiamo che ci scappi il morto?”. Scemenza. Sesquipedale. Il modo migliore per evitare queste tensioni, cara Selvaggia, sai quale è? Che i collettivi e gli studenti di sinistra lascino liberamente ai giovani di destra di espriremere la loro opinione. Senza essere bersagliati da uova o accerchiati in 150 contro 20.

– Sono stato una volta ad un pranzo con Rudy Guede, e adesso credo di poterlo raccontare. Mi è sembrato un ragazzo pacato, educato, ben vestito. Ma certo farsi denunciare per violenza contro l’ex fidanzata dopo aver scontato anni di carcere per concorso in omicidio è una delle cose più sciocche che un ex galeotto possa fare.

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