Il rimpianto di Alba Parietti: “Io perfetta nei panni di una vecchia trans”

Il rimpianto di Alba Parietti: "Io perfetta nei panni di una vecchia trans"

C’è chi sogna di recitare al fianco di grandi attori di Hollywood, chi di avere un’occasione in una pellicola internazionale e poi c’è Alba Parietti, che sogna di vestire i panni di una “vecchia trans“. No, non si tratta di una boutade ma di un vero e proprio rimpianto. La showgirl e opinionista, che preferisce essere definita una “installazione” (come quella dei musei, parole sue), ha confessato di avere ancora un grande sogno nel cassetto ma decisamente sui generis.

Ho sempre avuto una grande passione per la recitazione, avrei potuto fare di più per il cinema, chissà… magari succederà“, ha ammesso Alba Parietti parlando con l’agenzia di stampa AdnKronos, che l’ha intervistata di recente. Ma tra un chissà e un magari, Alba ha dimostrato di avere le idee chiare sia in fatto di registi (“Sorrentino, Salvatores, Almodovar e Ozpetek“, l’ha buttata là) sia in fatto di ruoli. Quello perfetto per lei? Non una femme fatale in stile Kim Basinger in “Cinquanta sfumature di nero“, ma piuttosto una attempata transessuale. “Perché la saprei fare benissimo”, ha confessato la Parietti.

Che il mondo transgender l’affascinasse lo si era capito dall’ultimo programma condotto, “Non sono una signora“, lo show di RaiDue che vedeva protagonisti personaggi famosi trasformati in drag queen. Gli ascolti sono stati positivi, eppure si è preferito non dare un seguito allo show con la seconda stagione. Così la Parietti è rimasta orfana di una creatura televisiva che, a quanto pare, le era stata cucita addosso. Ma che il mondo transgender le fosse così affine, tanto da volersi trasformare lei stessa in una trans per motivi cinematografici, non lo si era capito. E invece ecco arrivare l’inattesa confessione: “Mi piacerebbe fare la parte di una trans anziana perché nel mondo transgender mi ci trovo benissimo, mi sento veramente a casa mia“.

Il motivo è da ricercare nel passato della conduttrice. Don Gallo diceva sempre che io ero come una delle sue trans, perché non mi sono mai adattata. Appena iniziavo ad avere credibilità facendo interviste o interventi politici di livello per cui mi guadagnavo la stima del pubblico, magari la settimana dopo mi mettevo a fare un balletto in mutande“, ha ricordato la Parietti, tirando le somme: “Questo mio animo si avvicina molto a quello del mondo transgender”. E siccome un sogno è pur sempre un sogno, seppur bizzarro, c’è la possibilità che qualche regista si faccia avanti con un ruolo simile per lei. Magari Aurelio Grimaldi, che già la diresse venticinque anni fa ne “Il Macellaio“. Ma quello era tutto un altro film.

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