L’indagine dell’ultimo rapporto Ocse Pisa (Programme for International Student Asses) del 2022 rivela che circa il 25% dei quindicenni nei paesi dell’Ocse, cioè circa 16 milioni di studenti, mostra risultati scarsi nelle tre materie fondamentali, matematica, lettura, scienze. Ma, quel che è peggio, sancisce l’avversione planetaria di milioni di studenti di 81 paesi per la matematica. Per la precisione, negli ultimi anni, il rendimento medio dei ragazzi nei paesi Ocse è sceso di 16 punti. In soldoni significa che gli studenti hanno buttato alle ortiche circa tre quarti di un intero anno scolastico per la preparazione della strategica materia. Una tendenza che suona un campanello d’allarme in un’epoca dominata da digitalizzazione e intelligenza artificiale. Il problema non riguarda Singapore, leader mondiale in tutte le materie. E per la matematica, si conquistano la vetta i paesi asiatici come Macao, Taipei, Hong Kong, Giappone e Corea, seguite da Estonia e Svizzera.
L’Italia si posiziona al 30° posto della classifica internazionale stilata dopo aver analizzato i test di 690.000 studenti, un poco al di sotto di Germania (25) e Francia (26). Gli studenti delle macro aree Nord Ovest e Nord Est primeggiano rispetto a Centro e Sud (rispettivamente 500 punti e 496 punti). Dunque l’Italia, per la prima volta, ottiene un risultato (471 punti), che è in linea con quello della media OCSE (472 punti). Ma l’Italia è anche il paese con maggiore differenza tra ragazze e ragazzi in termini di apprendimento della matematica: gli studenti hanno superato le studentesse di 21 punti, un valore che non ha eguali negli altri stati aderenti all’iniziativa. Cifre analoghe si rilevano solo in Austria (19) e in Cile (16 punti). La media Ocse è invece di soli 9 punti di distacco e in 14 paesi le ragazze superano i ragazzi.
Da noi, dunque, sembra sia in atto una strisciante emergenza che offre anche divari interni alla nazione, tutt’altro che scontati. La differenza minima è stata rileva infatti al Centro (13 punti); mentre è nel Nord Ovest la differenza più alta (33 punti). E questi divari vale sia per i licei che per gli istituti tecnici.
Dunque il fenomeno è diffuso e culturale. «Forse, – ha dichiarato Laura Palmerio, responsabile area indagini internazionali di Invalsi – è anche per il modo in cui la matematica viene insegnata». Ma Alice, studentessa di ingegneria informatica al Politecnico di Milano offre una chiave diversa. «Non c’è un modo femminile per spiegare la matematica racconta noi siamo brave tanto quanto i ragazzi . È più una convinzione che viene trasmessa in famiglia e alle elementari che inducono le bambine a fare scelte che escludono la matematica dal loro mondo educativo. Ritengo che sia uno stereotipo più che un’inclinazione naturale». E infatti non è un caso che le ragazze italiane nella rilevazione Ocse Pisa abbiamo ottengono in lettura un risultato medio superiore di 19 punti a quello dei ragazzi: sono state preparate fin da piccole a leggere piuttosto che a far di conto.
C’è anche lo zampino delle maestre in questa loro formazione incanalata. Lo rivela uno studio dell’Università di Tel Aviv che ha analizzato questo fenomeno e ha concluso che il punto critico che scoraggia le ragazze dal perseguire studi scientifici è la scuola primaria dove esistono pregiudizi involontari degli insegnanti. «Non è una questione di discriminazione scrivono i ricercatori- ma di scoraggiamento inconscio».