Dagli Stati Uniti arriva un nuovo allarme per la privacy degli utilizzatori di smartphone. Mercoledì 6 dicembre il senatore repubblicano Ron Wyden ha inviato una lettera al dipartimento di Giustizia, in cui ha affermato che governi stranieri non identificati stanno monitorando gli utenti tramite le notifiche “push” delle applicazioni installate sui loro dispositivi. Si tratta di quegli avvisi che compaiono sugli schermi dei telefoni per segnalare un aggiornamento, che può essere un nuovo messaggio o mail, una notizia o un’informazione specifica di un’app.
Il politico statunitense ha dichiarato che funzionari esterni agli Usa stanno chiedendo a Apple e Google Alphabet i dati in loro possesso e, per quanto le informazioni contenute nella missiva siano scarse, pare che in questo modo sia possibile tracciare i device. Il senatore repubblicano ha affermato anche che le notifiche forniscono alle big tech una visione completa del traffico che passa dalle applicazioni, mettendole in “una posizione che facilita la sorveglianza governativa su come gli utenti fanno uso di determinate app”. Per questo motivo, Wyden ha chiesto al dipartimento di Giustizia di “abrogare qualsiasi legge” che abbia ostacolato il dibattito politico sullo spionaggio effettuato tramite le centinaia di avvisi che, ogni giorno, compaiono sugli smartphone.
Ron Wyden ha detto di aver ricevuto questa informazione tramite una “soffiata” e il suo staff non ha fornito dettagli aggiuntivi. L’agenzia Reuters, però, ha riportato le dichiarazioni di una fonte anonima esperta della questione, secondo cui sia il governo degli Stati Uniti, sia altre entità identificate solo come “democrazie alleate” hanno chiesto ai due giganti della tecnologia i metadati relativi alle notifiche “push” per vari scopi, come ad esempio collegare utenti anonimi di app di messaggistica a specifici account di Apple o Google. La stessa fonte ha affermato di non sapere da quanto tempo tali informazioni vengono raccolte.
Il dipartimento di Giustizia americano e l’azienda di Mountain View non hanno commentato la vicenda, mentre il colosso di Cupertino ha emesso un comunicato in cui ha sottolineato il fatto che la lettera di Wyden le ha dato la possibilità di fornire al pubblico maggiori dettagli sul monitoraggio dei governi tramite le notifiche. “In questo caso, il governo federale ci ha vietato di condividere qualsiasi informazione”, ha riferito Apple. “Ora che questo metodo è diventato di dominio pubblico, stiamo aggiornando i nostri rapporti di trasparenza per spiegare nel dettaglio questo tipo di richieste”.
Le notifiche “push” sono già finite più volte sotto la lente di ingrandimento degli esperti di tecnologia, per la difficoltà di implementarle senza inviare dati a Google o Apple. Ad inizio 2023, lo sviluppatore francese David Libeau le aveva definite “un incubo per la privacy”, sottolineando che spesso gli utenti e i creatori di app non sono consapevoli della quantità di informazioni che esse trasmettono ai giganti della tencologia.