“Allora anche Sinner è un potenziale assassino?”. Crepet sbotta sul patriarcato

"Allora anche Sinner è un potenziale assassino?". Crepet sbotta sul patriarcato

A distanza di giorni dall’ennesimo femminicidio una certa sinistra italiana non arretra e continua a parlare di patriarcato, puntando il dito contro una cultura maschile che reputa responsabile delle violenze sulle donne. C’è chi addirittura ha chiamato in causa tutti gli uomini di fronte alla morte di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, come se ci fosse una questione di appartenenza a un determinato sesso in grado di generalizzare le responsabilità e le pericolosità. Una narrazione che Paolo Crepet ha respinto con forza, provando a mettere a tacere un coro che non sembra diminuire.

Lo psichiatra – interpellato dal conduttore Nicola Porro nel corso dell’ultima puntata di Stasera Italia su Rete 4 – ha replicato alla giornalista Monica Ricci Sargentini che aveva attribuito agli uomini la colpa di portare avanti determinati atteggiamenti e che aveva messo nel mirino il comportamento anti-sociale maschile. “Lei sta parlando di una differenza genetica tra le donne e gli uomini“, ha annotato Crepet. Che subito dopo ha effettuato un parallelismo volutamente paradossale per mettere in evidenza quanto sia errato procedere alla generalizzazione (specialmente se ci si basa su un certo sesso).

Lo scrittore ha fatto notare che Filippo Turetta e Jannik Sinner sono praticamente coetanei e appartengno allo stesso sesso: “Che differenza c’è tra di loro? Mi sembra abissale“. Infatti da una parte si parla di un assassino che da molti è stato descritto come geloso e possessivo; dall’altra vi è un campione che continua a stupire il mondo del tennis con le sue magie. La questione infatti è assai complicata e bisognerebbe scavare a fondo sul progetto educativo che ha portato Turetta a compiere l’omicidio.

Senza pensarci due volte Monica Ricci Sargentini del Corriere della Sera ha stupito tutti, ponendo l’attenzione su quella che a suo giudizio è un’aggressività latente negli uomini. “Allora anche Sinner è un potenziale assassino…“, ha sbottato Crepet. La reazione della giornalista? Non ha escluso che il tennista italiano possa avere un eccesso di rabbia: “Ce l’hanno tutti gli uomini…“. A quel punto si è lasciata andare a un lungo elenco sulla predominanza dei maschi come principali autori di reati.

Crepet ha invitato Monica Ricci Sargentini a spiegare nel dettaglio la sua uscita, ricevendo una risposta che si commenta da sola: “È il costo della virilità“. Dopo aver tirato fuori le percentuali ha sfoderato l’immancabile asso della cultura patriarcale, aggiungendo che si tratta di un problema degli uomini (a cui ha rivolto l’invito a risolverlo). Immediata la replica di Crepet che in conclusione, spazzando di nuovo dal campo l’orrore della generalizzazione, ha incalzato la giornalista: “Allora lei si risolva i casi delle kapo nei lager nazisti“. Non è il genere di appartenenza a determinare la responsabilità. E non va dimenticato che se si etichetta la collettività come colpevole il grave effetto potrebbe essere quello di deresponsabilizzare chi si è macchiato in prima persona di un femminicidio.

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