Le operazioni militari di Israele nel sud della Striscia di Gaza sono entrate nel vivo. I carri armati delle Forze di difesa israeliane (Idf) sono stati avvistati nel centro di Khan Yunis, mentre in precedenza avevano effettuato manovre nelle aree agricole di Khuzaa, Karara e Abassan. Fonti locali hanno inoltre riferito che i tank di Tel Aviv hanno bloccato la strada che unisce la stessa Khan Yunis al valico di Rafah. Nelle ultime ore, intanto, le sirene di allarme anti razzi stanno risuonando nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia e nel sud, ad Ashkelon, mentre si segnalano feriti e almeno una vittima nel campo profughi di Qalandiya, in Cisgiordania, e blitz delle Idf contro diversi siti di Hezbollah nel sud del Libano.
Le operazioni di Israele nel sud di Gaza
I carri armati delle Idf, come detto, sono entrati nella città di Khan Younis, segnando l’allargamento delle operazioni nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Alcune unità israeliane hanno preso posizione a Bani Suhaila, altre sono andate avanti e si sono fermate all’inizio di Hamad City, un complesso residenziale finanziato dal Qatar. “Siamo nel centro di Jabalya, in quello di Shuyaia e ora anche di Khan Yunis“, ha detto il capo del Comando del fronte del sud israeliano, generale Yaron Finkelman. “Siamo nel mezzo dei giorni più intensi dall’inizio dell’operazione di terra in termini di terroristi uccisi, di scontri a fuoco e di uso della potenza di fuoco terrestre e aerea. Intendiamo continuare a colpire e raggiungere i nostri risultati“, ha aggiunto il militare.
Secondo il servizio di sicurezza interno israeliano Shin Bet, qui potrebbe nascondersi il leader del gruppo islamista palestinese Hamas, Yahya Sinwar. “Le Forze di difesa di Israele hanno iniziato a lavorare nel sud della Striscia di Gaza. La sorte dei terroristi di Hamas sarà la stessa di quelli del nord, se non addirittura peggiore“, ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
Anche la strada Salah al Din, precedentemente considerata relativamente sicura e usata dai gazawi del nord per spostarsi nel sud della Striscia, è diventata un “campo di battaglia“, secondo quanto riferito dal portavoce in lingua araba delle Idf, Avichay Adraee, che ha avvertito che la strada è pericolosa e che le Idf consentiranno gli spostamenti dei civili “attraverso la tangenziale situata a ovest di Khan Younis“.
Non è un caso che in mattinata siano arrivati al valico di Rafah solo tre feriti e tre loro accompagnatori, molti meno dei giorni scorsi. I tre sono stati già trasferiti negli ospedali. Sono arrivati in Egitto 100 stranieri mentre sono riusciti ad entrare a Gaza 20 camion umanitari, dei 100 in attesa, e 2 cisterne di carburante con circa 70.000 litri di diesel.
Alta tensione in Cisgiordania e nel sud del Libano
Israele ha poi lanciato attacchi aerei sulla città di Jabalia, nel nord della Striscia, dove ha fatto sapere di aver operato per “insediarsi nelle roccaforti del movimento islamista palestinese Hamas“. Durante le operazioni, le Idf “hanno attaccato le infrastrutture di Hamas e hanno localizzato armi, attrezzature militari e informazioni di intelligence“. Allo stesso tempo, un razzo lanciato da Gaza alle 14 (ora locale israeliana) ha attivato l’allarme nella città di Ashkelon dopo aver colpito un edificio della città israeliana. I primi rapporti dicono che non ci sono vittime, ma – scrive il Times of Israel – diverse persone hanno subito acuti attacchi di ansia.
L’agenzia palestinese Wafa ha parlato di un presunto attacco delle Idf nel suddetto campo profughi di Qalandiya, che avrebbe causato la morte di un palestinese di 33 anni e il ferimento di almeno 17 persone. Stando alle ricostruzioni dei media, 40 veicoli militari e un bulldozer delle Idf avrebbero fatto irruzione nel campo, sparando proiettili e gas lacrimogeni contro i residenti.
Nel frattempo, caccia israeliani hanno attaccato diversi siti di Hezbollah nel sud del Libano, inclusi postazioni di osservazione, depositi di armi e altri siti militari. Si è concretizzata così la riposta di Tel Aviv ai ripetuti attacchi con razzi e missili lanciati nelle ultime ore dal movimento sciita filo-Iran nel nord di Israele, caduti in aree aperte, senza causare feriti.