Dicembre è tradizionalmente il mese delle occupazioni scolastiche negli istituti di istruzione secondaria. Occupazioni e autogestioni, fin dagli anni Settanta, vengono ufficialmente usati dagli studenti come momenti di lotta contro le istituzioni scolastiche, per avanzare richieste per il miglioramento delle condizioni di studio ma, senza ipocrisie, diventano per lo più momenti di decompressione per allungare un po’ le vacanze natalizie e prendere fiato. Inutile negare che siano da sempre legate ai movimenti scolastici di sinistra, quindi politicizzate ma, finché restano confinate e in mano agli studenti, i dirigenti scolastici sono portati a chiudere un occhio. Ovviamente, a patto che vengano condotte con rispetto, quello che è mancato nell’istituto Giorgi Woolf di via Palmiro Togliatti a Roma.
Il profilo Welcome to favelas ha condiviso sul suo profilo le immagini della scuola devastata al termine degli 8 giorni di occupazione. Laboratori distrutti, porte sfondate e divelte, sporcizia ovunque e suppellettili danneggiati: questo è il risultato di un’occupazione durata 8 giorni, che è stata interrotta dal preside dopo la denuncia in procura. Tra i diversi commenti sotto le immagini delle devastazioni ci sono anche quelle di alcuni studenti, in particolare di uno, che fa un’accusa ben precisa: “Non siamo stati noi studenti del Giorgi a volere l’occupazione e a supportarla, è stato un ristretto gruppo di studenti, circa 20 su 1700, senza motivazioni che sono poi state fornite dall’Osa che sono stati chiamati per dargli una mano ad occupare“.
“Osa” è l’acronimo del collettivo di “Opposizione studentesca d’alternativa“, parte del più grande collettivo “Cambiare rotta”, che si definisce come “organizzazione collettiva comunista“. Si tratta di associazioni a livello nazionale che sono spesso dietro manifestazioni e cortei, spesso violenti. E sono stati loro stessi a rivendicare l’occupazione dell’istituto Giorgi Woolf: “Gli studenti del IIS Giorgi Woolf seguono la scia degli altri istituti romani, una protesta forte contro questo sistema e questo governo che continua ad investire nei privati voltando le spalle al pubblico“. Nel loro atto di rivendicazione vengono tirati in mezzo, tra le altre cose, il conflitto in Palestina e in Ucraina.
Gli stessi dirigenti scolastici hanno individuato come responsabili dell’occupazione alcuni elementi esterni. In una circolare datata 4 dicembre, infatti, docenti, studenti e personale sono stati invitati a “denunciare i nomi dei responsabili di tale scempio, considerato che ogni giorno sono entrati ragazzi diversi, della scuola e non, che hanno di fatto gestito l’occupazione e consentito il prolungamento del disagio“. Ma non solo, perché il dirigente scolastico aggiunge un dettaglio, nella parte conclusiva della circolare: “L’occupazione è sicuramente appoggiata da una evidente connivenza, fin dal ‘picchetto’ di lunedì 27 novembre 2023“. L’occupazione è stata interrotta il 4 ma la scuola non potrà aprire prima di domani a causa dei lavori di ripristino.