Dallo scorso 13 aprile, la moglie di Alberto Genovese – D. (l’iniziale del nome) – svolge pratica forense presso lo studio dell’avvocato Davide Luigi Ferrari, che assiste l’ex imprenditore del web condannato a sei anni e undici mesi per violenza sessuale nei confronti di due aspiranti modelle. Nulla di strano. Se non fosse che lo status di “praticante semplice” agevolerà gli incontri in carcere tra la 47enne e il marito: potrebbe vederlo in qualità di legale, chiaramente solo se accompagnata dal “dominus”. “È tutto alla luce del sole – sottolinea l’avvocato Ferrari a Repubblica.it – Lei è la moglie, ha interesse a difenderlo bene“.
L’iscrizione all’albo
La 47enne ha già due lauree e un lavoro di prestigio nel settore fiscale. L’iscrizione all’Albo degli avvocati di Milano in qualità di “praticante semplice” risale allo scorso aprile. “Quando è stato cambiato il collegio difensivo, lei ha voluto capire, avere un contatto con l’inchiesta, nella sua idea c’era quella prendere la difesa. È molto brava, ha già passato la verifica del primo semestre di pratica. La pratica la fa davvero” spiega Ferrari. Quanto agli incontri con Genovese “non nascondo che in carcere è venuta diverse volte con me a trovare Alberto. – aggiunge il legale – Come praticante non può andare da sola o con altri legali che non sia io. Abbiamo parlato con Alberto di come va l’inchiesta, soprattutto lo aggiorniamo di quello che succede, c’era il filone dell’esecuzione da reimpostare, poi il prossimo rinvio a giudizio. Poi in studio fa ovviamente anche altro“.
Il matrimonio con Genovese
Nei mesi in cui era ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina, Genovese ha sposato l’attuale moglie. I due si conoscono sin dai tempi dell’adolescenza ma, nel degli ultimi anni, la frequentazione era diventata altalenante per via della spirale autodistruttiva in cui è finito l’ex imprenditore. Davanti ai magistrati milanesi, la 47enne ha più volte ribadito di non aver mai avuto nulla a che fare con i festini che si tenevano a “Terrazza sentimento”, il super attico milanese finito al centro dell’inchiesta del primo filone di indagine per violenza sessuale. “Avevo una sorta di patto con Alberto: volevo stargli e restargli vicina, ma assolutamente lontana da queste dinamiche”, aveva chiarito la donna nel corso della sua testimonianza al processo. “So che Alberto col suo gruppo faceva delle feste, fino a notte inoltrata, ma io non vi partecipavo perché poi al mattino lavoravo, oltre a non gradire il tipo di festa e le persone coinvolte“. I due si sono riavvicinati dopo lo scandalo, poi lo scorso di dicembre sono convolati a nozze. Genovese è coinvolto in un secondo filone d’indagine che riguarda altri presunti episodi violenza sessuale.